Martedì 15 febbraio 2022 si è tenuto l’evento dal titolo “A Hundred Years of Ulyssitude – Tavola Rotonda sul Centenario dell’Ulisse di James Joyce“. Alle ore 15.30, presso l’Aula 105 dell’Edificio Marco Polo. L’evento era seguito in presenza e online.
L’incontro si è aperto con una video dei saluti istituzionali della rettrice Antonella Polimeni. Si è scusata per non essere presente alla conferenza, ha ringraziato i partecipanti per essere venuti. E ha espresso il suo orgoglio nell’organizzare un evento come questo alla Sapienza.
La discussione era presieduta e moderata da Mario Martino. E ha portato sull’attualità dell’ “Ulysses” nel centenario della sua pubblicazione. Anche con riferimento al recente numero della rivista “Costellazioni” dedicato al grande scrittore irlandese, James Joyce. Poi sono seguiti i discorsi di Mathilde Mastrangelo, e di Camilla Miglio, direttrice del Dipartimento di Studi europei, americani e interculturali.
Il presidente della James Joyce International Foundation, John McCourt, era presente. Ha parlato della Fondazione, che si impone a Dublino. E ha sottolineato il livello mondiale del centenario dell’Ulisse di James Joyce, attraverso i suoi diversi viaggi nel mondo, per parlare di questo. La domenica era collegato a Sydney, in Australia, lunedi con il Brazile, e il martedi qui a Roma.
Mario Martino ha parlato di Franca Ruggieri che ha scritto dei libri su James Joyce. Per esempio, James Joyce, la vita, le lettere, in 2012, Conversazioni con James Joyce, in 2018.
A seguire, sono intervenuti gli studiosi ed esperti in campo internazionale Jacob Blakesley, Piero Boitani, Vittorio Giacopini, Giuseppe Massara, Enrico Terrinoni.
Anche Piero Boitani ha sottolineato il riconoscimento mondiale di James Joyce, nato su solo irlandese.
Il famoso filologo, critico letterario e traduttore italiano, ha proposto delle riflessioni sulla figura di Ulisse.
Vittorio Giacopini ha spiegato la vita di Ulisse come « uomo dei molti percorsi ». C’è una dimensione di realtà, perché la narrativa mette al centro il soggetto con realtà. E in questa banalità del quotidiano, leggiamo molti percorsi vissuti dal soggetto. In effetti, la costruzione e le diverse tecniche di scrittura utilizzate, cambiano ad ogni episodio. Joyce reinventa il romanzo diverse volte, attraverso cambiamenti di stile, liberandosi dalle barriere della lingua e spostando l’oggetto del romanzo. Dalla narrazione degli eventi alla narrazione stessa e ai pensieri interiori dei personaggi. Seguiamo i pensieri mentre appaiono, si trasformano. Quindi questo puo essere qualificato di narrativa hypermoderna. James Joyce ha scelto Ulisse, un’eroe da mille percorsi, per rappresentare i movimenti di Leopold Bloom (protagonista) a Dublino.
Infine, John McCourt ha raccontato che il libro è stato controverso all’inizio della sua pubblicazione. James Joyce è stato tardivamente apprezzato in Irlanda. Perché Ulisse presenta l’Irlanda in un modo diverso, più inclusiva. E questa inclusività, che James Joyce tenta di spiegare nel libro, era scomoda per gli Irlandesi.
Secondo John McCourt, James Joyce fa parte dell’identità europea.