“Geppetto e Geppetto” è una storia di famiglia. Padre e figlio che si scontrano, che parlano di ciò che non va nel loro rapporto, delle loro stranezze.
Lo spettacolo che andrà in scena al “Teatro India” di Roma dal 24 al 28 gennaio non sembra avere nulla di particolare, nei suoi temi principali, e in effetti è così. È così nonostante Matteo, il figlio, non sia frutto del seme di Luca, il padre; nonostante Tony, il padre naturale di Matteo, non ci sia più; nonostante si tratti di una famiglia omosessuale. Ma ciò che resta di questo insieme di legami non carnali è la chiave dello spettacolo: la famiglia.
Così Geppetto e Geppetto è un’opera teatrale che affronta temi di estrema attualità, ma li affronta per come sono. Nessun preconcetto è alla base dell’opera di Tindaro Granata, autore, regista e interprete di Luca. In un momento in cui l’opinione pubblica sembra divisa tra “favorevole” e “contraria” all’idea di figli per coppie omosessuali, questo spettacolo si limita a narrare.
Si riflette perciò su problematiche della nostra società affrontandole da molteplici punti di vista. Ma i problemi sociali non sono tutto nello spettacolo: esistono le risate, esiste l’umorismo, esiste l’evoluzione della famiglia nel tempo. Il tutto coronato da un linguaggio colloquiale con cadenze dialettali: da quell’espressività, quindi, che solo la lingua media sa esprimere. La discussione iniziale tra la coppia, ad esempio, se avere, oppure no, un figlio, è comica perché è discussione impacciata, a tavolino, di uomini imbranati ma innamorati che sanno ridere dei loro ostacoli, che comunicano con vivacità su questioni delicate.
Ad arricchire il tutto e ad aggiungere realismo personaggi esterni ai “Geppetti” e al figlio Matteo: “Franca”, amica di famiglia; la mamma di Tony; la Maestra.
Ironica e semplice è anche la costruzione del palco: nessun particolare abito di scena, gli attori, vestiti di nero, hanno addosso un foglio con il nome del loro personaggio, trovata divertente e a prova di fraintendimenti. Per non parlare poi degli oggetti sul palco che ne compongono la scenografia e che si limitano ad essere qualche sedia e un tavolo, anche quest’ultimo con dei cartelli “A volte è agenzia” “a volte è cucina” “a volte è scuola”, ad indicare le varie funzioni che quel tavolo può avere. Gioco di fantasia e di ironia meta-teatrale che utilizza il minimalismo del teatro contemporaneo rinnovandolo con autoironia.
Lo spettacolo è frutto della raccolta di dialoghi, sulla questione ‘famiglie omosessuali’, che Granata ha avuto, nel corso di qualche anno, con le persone di tutti i giorni, quelle incontrate per strada. Un insieme di punti di vista raccolti in treno, in tram, in autobus, in stazione, con toni leggeri, con la voglia di chiaccherare. Questa visione comunitaria della questione è ripresentata nell’opera: ci sono i problemi di accettazione della coppia gay, il perbenismo, l’accettazione dell’omosessualità ma la contrarietà sulla questione dei figli, lo slancio ‘progressista’. Tutto viene messo in scena tramite le parole dei personaggi e gli eventi e i racconti dell’opera.
“Geppetto e Geppetto” è stata definito “un degli spettacoli teatrali più importanti dell’anno” sia dall’autore sia, a quanto pare, dalla critica poiché ha vinto il Premio Hystrio Twister 2017, il Premio Nazionale Franco Enriquez 2017 e altri premi personali per Granata come autore e per Angelo di Genio, interprete del figlio Matteo.
Miriam Petrini