Utopia di e con Leo Bassi arriva sul palco del teatro del Lido di Ostia con due appuntamenti: sabato 20 gennaio alle ore 21 e domenica 21 alle ore 18.
L’attore, comico, giocoliere e clown di fama mondiale, porta in scena uno spettacolo che in poco più di un’ora fonde insieme attualità, veemenza e un sarcasmo pungente, tutti tratti caratteristici della sua personalità e della sua arte. Lui stesso ama definirsi “un don Chisciotte che tenta di cambiare il mondo a suon di cazzate” e che dal 2009 gira il mondo portando con se la sua Utopia.
«in un’epoca in cui tutto si baratta, i sentimenti sono in vendita e l’amore è solo pornografia, la trasgressione più autentica è quella dell’immaginazione e dell’emozione […] I miei spettacoli nascono sempre da ragioni politiche. Se non fosse così non farebbero ridere. Quando vado in scena mi assumo una responsabilità verso chi viene a vedermi, divento specchio dei loro problemi, me ne preoccupo e così mi scopro più coraggioso di quanto pensassi».
Utopia, definito dal quotidiano spagnolo El Pais “la speranza come soluzione alla crisi”, è una riflessione goliardica che fa ridere, ma soprattutto fa aprire gli occhi e prendere consapevolezza. E’ l’opera attraverso la quale Leo Bassi si scaglia contro il potere costituito e la finanza mondiale, anticipando la crisi del modello neo-liberalista e delle ideologie, smascherate attraverso la forza e la poesia del clown.
Ma qual è l’Utopia? Leo Bassi afferma, durante un’intervista che:
«L’utopia del titolo è uno stato mentale in un mondo che non dà più spazio alla poesia, la vera rivoluzione è tornare a far parlare la poesia. per questo, recuperando la tradizione circense della mia famiglia dalla quale mi sono tenuto lontano per anni, ho ritrovato il clown bianco, che è poi il clown romantico per eccellenza, una figura lunare che nasce nel XIX secolo, lo stesso che ha partorito le grandi utopie progressiste. Credo sia necessario ripartire da qui».
About Leo Bassi:
Erede di una stirpe di pagliacci che ha trasformato la risata in un’arma per il cambiamento, tra gli innovatori del linguaggio circense del dopoguerra, Leo Bassi è considerato un gigante mondiale dello spettacolo e della provocazione, una sintesi tra Benigni, Grillo e Dario Fo. Da sempre impegnato nella difesa del laicismo e riconosciuto come l’ispiratore del movimento spagnolo degli Indignados. Discendente da una famiglia circense fondata 150 anni fa in Italia da un ex-garibaldino, dopo una carriera di acrobata nei più grandi music-hall del pianeta (è cresciuto tra le braccia di Louis Armstrong e Groucho Marx), diventa uno dei più grandi giocolieri del mondo. Negli anni ’70 lascia i successi del circo per portare la propria arte in strada e legarla ai valori della società, diventando uno degli inventori del nouveau cirque. Crea spettacoli basati sulla provocazione-agitazione, sul nonsense, sugli eccessi, rompendo generi e collocandosi in una zona franca tra il comico, l’arte circense, l’agitazione sociale e il teatro. Parla otto lingue, riceve montagne di querele, si è trovato una bomba in camerino da parte dei movimenti integralisti e non si ferma davanti a niente.
Vanessa Munaò