Nella periferia parigina, cinque fornelli in fuga, questo il termine con cui i personaggi si riferiscono a loro stessi all’interno del copione, tentano faticosamente, puntando sull’esportazione della più genuina cucina italiana all’estero, di portare avanti il “Grigenti”, una piccola trattoria, poco ariosa e quasi nascosta sotto il ciglio della strada.
Il “Grigenti” è il simbolo della tendenza attuale a cercare la propria realizzazione professionale fuori dai confini della Penisola, il simbolo della scommessa all’estero, ma ne è la declinazione più agrodolce, non il sogno pienamente realizzato, ma la rappresentazione realistica di crisi ordinarie in cui lo spettatore si ritrova: quella economica in primis, causa e conseguenza della tensione che lievita tra i personaggi. “La cena perfetta” si lega con naturalezza all’attualità, riprendendone i temi e le difficoltà portanti senza tuttavia scivolare nel cliché, e mantenendo la sua originale indipendenza.
Firmata da Sergio Pierattini (già attore in Piuma, 2016), “La cena perfetta” è la prima commedia dell’autore, la cui scrittura si realizza essenzialmente in script densi e drammatici.
L’eccellenza culinaria italiana, che nello specifico è una commistione tra quella siciliana e quella toscana, fatica ad emergere e ad affermarsi all’estero a causa della pessima gestione del ristorante: Salvatore (Blas Roca-Rey), il proprietario, è siciliano, e ama la buona cucina, e proprio per questo si lancia spesso in acquisti dispendiosi, mantenendo però contemporaneamente bassi i prezzi del locale. Si mangia troppo bene e si paga troppo poco. “Siamo sotto si quasi 19 mila euro” lo rimprovera infatti la moglie Caterina (Monica Rogledi), responsabile della contabilità, spalleggiata dalla cuoca Lucia (Daniela Morozzi), sua socia.
La realtà arrancante del ristorante è protagonista indiscussa della prima parte dell’opera, la cui trama subisce una violenta sterzata nel momento in cui, tra i tavoli della trattoria, compare un famoso critico gastronomico (Nini Salerno). Se gli venisse servita una “cena perfetta”, il ristorante verrebbe inserito in una Guida Michelin, e potrebbe ottenere quella visibilità e quella fama che gli sarebbero necessarie per uscire dalla crisi. L’arrivo del critico, che porta contemporaneamente con sé una speranza e un timore, destabilizza completamente i fornelli in fuga, creando tensioni, aspettative e ansia da prestazione.
“La cena perfetta”, dice il regista Nicola Pistoia, è uno “Spettacolo completo di umanità, di persone piccoline che aspirano a diventare grandi” che, dopo il debutto nazionale a Trieste lo scorso novembre sbarca a Roma al Teatro Vittoria, dal 31 gennaio all’11 febbraio alle ore 21 (la domenica ore 17.30, martedì 6 febbraio ore 20 e mercoledì 7 febbraio ore 17).
Eleonora Artese