Al teatro Vittoria di Roma arriva “Life”: il nuovo spettacolo prodotto da Margot Theatre che unisce il teatro alla danza e che pone al centro della sua indagine la figura della donna in tutte le sue molteplici sfumature.
Danza, teatro e donne. Sono questi gli ingredienti proposti per mettere in piedi uno spettacolo unico nel suo genere, in un momento storico in un cui l’arte rimane forse il più efficace modo di comunicare tematiche a volte ostiche e complicate e la figura della donna si ritrova, spesso tristemente, al centro del dibattito sociale e culturale.
Ad indagare proprio la figura della donna, in scena, una compagine totalmente rosa: otto sono le donne attrici e ballerine di età compresa tra i 18 e i 60 anni, guidate da Angelica Portioli nella tecnica gestuale delle sequenze coreografiche e da Valentina Cognatti a capo della la regia de delle coreografie di LIFE. La scelta di un cast così eterogeneo va incontro all’esigenza e alla volontà di raccontare e dipingere un quadro finale che possa contenere quanti più colori e sfumature possibili. Ogni sfumatura viene fuori da un diverso vissuto ed un diverso punto di vista caratteristico di ciascuna donna in scena.
La volontà di creare uno spettacolo che metta insieme la danza ed il teatro nasce invece da una profonda riflessione sulla natura della figura della donna, della sua ancestrale femminilità e sulle specificità fisiologiche che la caratterizzano. LIFE permette di unire l’aspetto naturalistico del movimento con l’individualità dei vari componenti del gruppo e di lasciare che il gesto, come un nuovo linguaggio, sostituisca la parola sulla scena.
LIFE è uno spettacolo di donne che parla di donne e che va al di la del conflitto dei sessi e dei tabù sociali. Racconta della bellezza più intima dell’essere donna, della sua natura autentica, della sua femminilità. E’ la narrazione di una scoperta o meglio, della scoperta di una donna che scopre se stessa e la propria sessualità, la sua natura ed il suo mondo emotivo. L’intento è quello di mostrare la figura femminile nella sua essenza per svelarne la bellezza attraverso gesti poetici e immagini che la descrivono nel corso della sua vita.
I corpi delle donne costruiranno immagini continue e volubili, fatte di voci e silenzi, di vuoti e volumi, ordinato e confuso come se a guidare ogni passo fossero una necessità ed un bisogno incontrollabili. Il risultato è un ritratto dinamico e colorato in cui gli istanti del suo vissuto diventano le pennellate perfette di un quadro carico forza e bellezza ma anche e di fragilità.
Vanessa Munaò