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Dialoghi sull’Europa: il potere delle lingue

      Intervista a Violet Schlossarek

Lunedi 19 marzo è stata la prima di una serie di incontri che si svolgeranno fino al venerdì 23 marzo presso l’Edificio di Scienze Politiche su “Dialoghi sull’Europa”. Nella mattinata di lunedì a tenere viva la discussione sono stati i professori Jorg Senf e Violet Schlossarek, che si sono soffermati sull’importanza e sul potere delle lingue come strumento di comunicazione attraverso individui interagendo con tutto il resto del mondo.

Nel corso della storia a gran parte d’europa, governata da regimi autoritari e totalitari, veniva impedita l’apertura pluriliguistica e l’interazione con lingue e culture diverse.

Questo forte senso di appartenenza alla terra madre e di profonda conservazione e preservazione della cultura definiva sempre più un vero habitus monolinguistico in gran parte d’europa; un continente che fu particolarmanete caratterizzato da omologazione ed imposizioni a livello culturale.

Ad oggi questo sembra essere superato grazie anche alle diverse politiche di integrazioni a capo dei paesi europei; le lingue e le culture quindi si contaminano e si influenzano l’una le altre e lo viviamo quotidianamente anche sui social network in cui anche un semplice saluto viene espresso in diverse lingue, come racconta il professor Jorg Senf, il quale ha sottolineato in particolare quanto sia importante imparare nuove lingue interagendo direttamente con i suoni e parole, superando la personale timidezza iniziale mostrandoci sempre più permeabili a lingue sconosciute. Di contro la professoressa Schlossarek, insegnante di tedesco, fa notare l’importanza del percorso di acquisizione di una lingua straniera, che, invece, deve necessariamente passare attraverso le nozioni e lo studio dei libri di testo.

Un dialogo aperto sulla riflessione del potere e dell’uso delle lingue in Europa è stato quello di ieri, che si è concluso con la frase della professoressa Violet Schlossarek: “La comunità europea è in sé il simbolo del plurilinguismo”.

Martina Mastromattei e Ludovica Marafini

Intervista a cura di Ludovica Marafini