Ieri 25 novembre è stata la “Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne” .
Di violenza sulle donne non si parla mai abbastanza e perciò è importante conoscere e rinnovare queste tematiche per sensibilizzare tutti contro la violenza di genere, una violenza che ha tante forme , spesso quasi invisibili, che vengono scambiate per normali, ma che normali non sono.
Come ogni anno la Sapienza ha voluto dare il suo contributo sul tema con l’ evento conclusivo del corso di formazione “Culture contro la violenza di genere : un approccio transdisciplinare “. Nato su iniziativa delle Facoltà di Medicina e Odontoiatria e di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione, il Corso ha visto il coinvolgimento anche delle Facoltà di Giurisprudenza, Lettere e Filosofia, Medicina e Psicologia. L’obiettivo del percorso formativo è stato quello di fornire alle corsiste e ai corsisti gli strumenti conoscitivi utili a promuovere una nuova cultura capace di contrastare la violenza di genere attraverso approcci e competenze differenti utili all’acquisizione di una prospettiva critica e transdisciplinare sul fenomeno.
L’evento, è stato trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube ufficiale dell’Ateneo ed è stato moderato da Giorgia Cardinaletti , giornalista Rai. Ai saluti del Rettore Eugenio Gaudio, della Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti, della Rettrice eletta nonché Preside della Facoltà di Medicina e Odontoiatria Antonella Polimeni, del Preside della Facoltà di Scienze Politiche, Sociologia, Comunicazione Tito Marci, della Direttrice del corso Giovanna Gianturco, sono seguiti gli interventi di Valeria Valente, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, Maria Grazia Cucinotta, attrice e produttrice cinematografica; Vladimir Luxuria, politica ed attivista per i diritti LGBT+, e Giovanni Brancato, coordinatore didattico del Corso. Chiusura dell’incontro a cura del Direttore del Dipartimento Comunicazione e Ricerca Sociale Alberto Marinelli.
L’altro evento è stato quello dell’associazione studentesca Sapienza in Movimento, si terrà la IV edizione di “Sapienza in rosa”, una giornata dedicata alle studentesse e a tutte le donne della comunità Sapienza. Considerata l’emergenza sanitaria, anche questa iniziativa è stata in forma digitale , con una serie di pillole video con l’obiettivo di fornire nozioni e soluzioni alle problematiche socio-culturali all’origine della violenza di genere, nonché attività di supporto alle problematiche di salute più comuni per le donne come ad esempio dispereunia o endometriosi .
C’è stato anche un intervento della polizia di stato sulle pratiche di contrasto ai vari tipi di violenza e sono stati messi in luce anche gli interventi giuridici di sistema per sottolineare le procedure e il rapporto tra le donne vittime di violenza e il diritto.
Tra le pillole video anche il messaggio di solidarietà e vicinanza della Rettrice Polimeni , che ha ribadito l’impegno dell’ateneo per contrastare gli stereotipi femminili.
L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con la Facoltà di Medicina e psicologia, i giovani medici di Asmeos e Sigm, i docenti che hanno preso parte al Corso di formazione di Sapienza “Culture contro la violenza di genere: un approccio transdisciplinare” e Anlaids Lazio. È stato previsto anche il contributo dell’artista Carlotta Marini, che ha disegnato in diretta sul profilo Instagram di Sapienza Meme.
La violenza sulle donne non è un fenomeno lontano, che riguarda poche , ma può accadere a tutte.Le donne vittime di violenza hanno molta difficoltà a denunciare perché l’aggressione viene praticata spesso da persone a loro vicine e con le quali hanno avuto un forte legame emotivo.
Il femminicidio è la più estrema forma di violenza contro le donne.
Secondo uno studio delle Nazioni Unite, il 58 per cento degli omicidi di donne riportati nel 2017 è stato commesso dal partner, da un ex partner o da un familiare. Nel mondo, si verificano 137 femminicidi ogni giorno. In Asia avviene il maggior numero totale di omicidi di donne, con 20mila casi registrati nel 2017.
Un dato grave questo che deve farci riflettere che deve sollecitare a promuovere la libertà e la parità di genere . La violenza è una realtà che va contrastata attraverso l’arma più grande che è la comunità, la solidarietà, la vicinanza.
Spesso infatti è la stessa società che colpevolizza la vittima responsabile della violenza subita e spesso ad indurre la vittima stessa ad autocolpevolizzarsi . Un atteggiamento di “colpevolizzazione” è anche connesso con l’ipotesi che si deve conoscere e accettare una supposta “natura umana” (che sarebbe maligna in questa visione, o tendente all’abuso, alla sopraffazione), e – conseguentemente – adeguarcisi anche a scapito dei propri desideri, opinioni e della propria libertà. Fenomeno conosciuto come Victim blaming.
Allarmante però è anche l’aumento della violenza di genere ai tempi del Covid . Durante il lockdown circa un terzo delle donne in tutto il mondo ha subito violenza fisica e/o sessuale per mano di un partner.
In molti credono ancora che quando la violenza sessuale avviene per mano del partner non si possa considerare stupro o in molti casi viene comunque minimizzato rispetto a una violenza di uno sconosciuto.
Lo stupro subito dal proprio partner può causare un danno ancora più grave , perché è una totale violazione di fiducia che condiziona la vittima facendola vivere nel terrore e nella paura costante .
La violenza di genere è un problema culturale. Alcuni, troppi schemi comportamentali ed educativi di matrice patriarcale agiscano nelle dinamiche relazionali , di coppia e familiari.
È doveroso rieducare , sensibilizzare , rompere il muro di omertà e sottomissione che avvolge gli stereotipi di genere .
Perché quando una donna trova il coraggio di denunciare bisogna sostenerla senza condizioni , non minimizzare e scoraggiarla.
E ricordare sempre che dietro ogni grande donna c’è sempre …. Sé stessa.
immagine in copertina by Carlotta Marini @artcarlotta