Il 30 maggio si è svolto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia della Sapienza Università di Roma, in aula Odeion, un'illuminante giornata di studio dal titolo: "Il porto antico di Napoli". Nelle più erudite mura si è affrontato un tema assai importante per gli esperti del settore.
Illustri personalità si sono cimentate in un dialogo profondo ed aulico, condito da qualche assaggio culturale. Il convegno assai interessante ha affrontato il periodo dall'età ellenistica al tardo antico. Nel corso della giornata è stata presentata una mappa ricostruendo topograficamente l'intera area del porto antico che è risultata assai più interessante dopo gli scavi che hanno riportato alla luce dei reperti archeologici intorno alla metro, precisamente nelle vicinanze della stazione Municipio.
Considerevole anche il recupero dei relitti. Un notevole merito va, inoltre, all'impegno dedicato ai contesti ceramici di età augustea. Il tutto è stato sempre analizzato e scoperto durante lo scavo dei fondali del porto.
Hanno introdotto i lavori Luisa Migliorati e Adele Campanelli (Soprintendenza archeologia Campania). L'evento si è articolato in tre sessioni interessanti: la prima dal titolo "Il porto antico di Napoli tra archeologia e ambiente" tenuta da Daniela Giampaola (Soprintendenza archeologia Campania) e Vittoria Carsana; la seconda intitolata "I nuovi relitti dello scavo del porto antico di Napoli: dalla conoscenza al recupero" tenuta da da Giulia Boetto (Centre Camille Jullian aix Marseille Université, CNRS), Barbara Davidde (ISCR) e Chiara Zazzaro (UNIOR) in una ottima analisi di ciò che è classico e di ciò che è bello; infine la terza "I contesti ceramici di età augustea dai fondali del porto antico di Napoli" a cura di F. Del Vecchio e S. Calderone (collaboratori Soprintendenza archeologia Campania).
Filippo Sansa