È un primato che si rinnova quello della Sapienza, Ateneo di traino in Italia secondo la classifica stilata dal CWUR, Center for World University Rankings che ha sede negli Emirati Arabi.
Il Ranking by subject, annualmente stilato, ha per obiettivo quello di valutare la qualità dell’insegnamento, il prestigio dei ricercatori delle facoltà e la qualità delle ricerche da essi svolte – intendendo per qualità l’importanza che le facoltà hanno nelle citazioni dei papers e l’impatto delle pubblicazioni nel mondo scientifico – su 227 materie in complessivo; in altri termini una classifica per materie. Nasce come progetto nel 2012 con l’obiettivo di valutare le migliori 100 università del mondo, ma nel 2014 grazie all’importanza attribuitagli, l’Istituto amplia la classifica arrivando a stilare la “Top 1000” su oltre 25 000 atenei nel mondo, includendo oltre alla classifica mondiale delle migliori università, questa speciale classifica inerente alle singole discipline. Da ciò deriva l’autorevolezza con la quale il ranking viene accolto tra le eccellenze.
E come si diceva, la Sapienza di Roma anche quest’anno dimostra di essere un’eccellenza, classificandosi come primo Ateneo italiano. Infatti, posizionatasi al 76° posto nel mondo non solo ha migliorato di gran lunga i piazzamenti delle edizioni 2015 e 2016 – dove occupava rispettivamente la 112° e la 90° posizione – ma per quanto riguarda quelli inerenti alle materie, è tra le prime 10 a livello internazionale in ben 7 discipline scientifiche: fisica delle particelle, fisica nucleare, fisica dei fluidi e del plasma, matematica applicata, spettroscopia, chimica medica, fisica matematica.
“Il riconoscimento Cwur dell’attività scientifica della Sapienza rappresenta un’ulteriore conferma che ci stiamo muovendo nella direzione giusta e che la reputazione dell’Ateneo a livello internazionale cresce. Il nostro impegno è infatti quello di lavorare per aumentare lo spazio comune in cui le idee possano crescere e svilupparsi”: queste le orgogliose parole del rettore della Sapienza Eugenio Gaudio. Entusiasmo che di fatto viene suffragato dall’analisi dei piazzamenti delle altre università italiane. Dopo la Sapienza infatti, troviamo l’Università di Padova con 2 discipline tra le top 10, seguita dalle Università di Bologna, Firenze, Milano, Napoli e Torino con 1 sola disciplina sempre tra le top 10.
Questo prestigioso riconoscimento che vede premiati gli investimenti dell’ateneo romano, arriva a meno di un anno da un’altra importante attestazione di merito. Nell’agosto 2016 l’Arwu, Academic Ranking of World Universities, perseguendo altri criteri di valutazione, collocava la Sapienza al 163° posto nel mondo, in testa agli atenei italiani poiché unica – seppur insieme all’Università di Padova posizionata 183esima – nel range 151-200. Anche allora furono numerosi i motivi di orgoglio, soprattutto perché scorrendo nel ranking mondiale era possibile notare come la Sapienza si metteva alle spalle atenei di un certo prestigio come il Politecnico di Milano e le università di Pisa, Torino e Bologna.
La Sapienza dunque dimostra un certo peso a livello internazionale, non solo in quanto la più grande università d’Europa con oltre 100 000 iscritti, ma soprattutto perché vuole porsi come perno centrale, come polo aggregante per i paesi del Sud Europa. E proprio per questo il 3 aprile scorso il Rettore Gaudio si è recato a Marsiglia per siglare insieme ai Rettori degli Atenei di Barcellona, Madrid e Marsiglia, l’accordo che darà vita al primo Consorzio delle università europee del Mediterraneo. Questo patto a quattro rappresenta l’avvio di un progetto al quale potranno aderire anche altre università dell’area mediterranea, con lo scopo di favorire la mobilità degli studenti incrementando i titoli di studio congiunti, avviare attività di ricerca coordinate all’interno dei programmi europei, nonché realizzare summer school inter-universitarie. In questa prospettiva, saranno definiti temi e ambiti di eccellenza di cui ogni università è portatrice, affinché il potenziale di ciascun partner diventi moltiplicatore delle capacità degli altri. “L’Europa e il Mediterraneo stanno affrontando oggi nuove sfide che impongono alle comunità universitarie di mobilitarsi – conclude il Rettore Gaudio – per non disperdere il bagaglio di valori fondamentali del progetto europeo che è nostro dovere trasmettere alle future generazioni“.
Matteo Carnevale