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“The Startup”: Matteo Achilli e la storia di Egomnia

Si chiama Matteo Achilli il protagonista del film “The Startup”. Non si tratta della solita storia adolescenziale: Matteo Achilli esiste realmente. È un giovane venticinquenne di Roma fondatore di Egomnia. Il social network aiuta i giovani a trovare lavoro tramite un sistema di punteggi dati in base alle esperienze del proprio curriculum. Uscito nelle sale italiane il 6 aprile scorso, il film è stato prodotto da Luca Barbareschi con la regia di Alessandro D’Alatri.

Matteo Achilli aveva vent’anni quando creò la startup. Ora ne ha venticinque e conta con il suo social un milione di utenti e 1500 clienti, tra cui Microsoft e Vodafone. Egomnia è un vero e proprio calcolatore. Un algoritmo elabora i profili di chi cerca lavoro e attribuisce punti in base al merito. No alle raccomandazioni, quindi. Il film riporta tutti gli ostacoli che il giovane protagonista ha dovuto superare: chi era disposto a pagarlo per comprare la sua idea, le banche sorde alle richieste presentate da giovani, le generali diffidenze. «È il primo biopic su un ventenne, è la fase di passaggio tra liceo e università, una generazione che il cinema non racconta, limitandosi semmai a storie sentimentali o ai borderline, i tossici, i giovani criminali. Di chi si rimbocca le maniche non c’è traccia» afferma Alessandro D’Alatri.

Il regista ha conosciuto in prima persona Matteo Achilli e ha deciso di fare un film sulla sua storia. Ritiene che il ragazzo abbia portato speranza all’Italia. «I giovani vanno all’estero, lui è rimasto. E ha portato ricchezza e lavoro a questo paese. L’ho voluto conoscere, Matteo è venuto a casa mia, mi ha raccontato la sua vita. Il padre era stato licenziato, lui era stato frustrato nel nuoto agonistico perché gli avevano preferito il figlio dello sponsor. Poi ebbe quell’idea. Sembrava una storia americana, ed era simile alla mia. Mi sono buttato in quest’avventura, è la prima volta che accetto una sceneggiatura già scritta, ho fatto il regista e non l’autore. E mi sono divertito molto. È un film sulla speranza e l’Italia ne ha bisogno. Si dice sia l’ultima a morire, a me sembra che la speranza sia andata a farsi friggere».

Il cast è costituito da ragazzi poco conosciuti, ma con anni di studio presso Accademie e scuole di recitazione. Una startup che premia il merito e la ricerca non può che avere un cast composto da giovani promettenti.  «Ormai i cast si fanno col catalogo, si vedono sempre gli stessi volti. E questo è un film che parla di merito, talento, ricerca» continua D’Alatri.

Non mancano le accuse. Per alcuni Matteo Achilli ha una famiglia importante alle spalle. Tutto ciò è smentito dallo stesso Achilli. Proveniente dal quartiere periferico romano Corviale, i suoi genitori sono persone normali. I suoi meriti derivano solo dai suoi sforzi. È durante gli anni universitari che diffonde il suo progetto davanti a platee di studenti. Solo di recente ha ricevuto finanziamenti da investitori che hanno riconosciuto le potenzialità del social.

Il film è un inno alla speranza, la dimostrazione che l’impegno può essere premiato. Rappresenta la possibilità di un futuro più equo per gli innumerevoli giovani disoccupati. «Io volevo soltanto dare una mano ai ragazzi in un Paese in cui la disoccupazione giovanile è al 40%».                                                                                                                               Intanto la storia di Egomnia e del suo fondatore è in libreria: “The Startup”, Rizzoli, è appena uscito.

 

Trailer del film

 

Alessandra Verna