Takoua Ben Mohamed è una fumettista e il suo ultimo lavoro, Sotto il Velo, ha riscosso un grande successo. La narrazione veicola, da sempre, messaggi importanti e chi sostiene la poca efficacia di questo mezzo rischia di cadere nella semplice retorica di chi crede che il passato sia, sempre, migliore del presente e del futuro prossimo. Il libro è stato pubblicato e diffuso da Becco Giallo. Diventato un fenomeno editoriale in poco tempo, cerchiamo di comprenderne cause ed effetti.
La passione per il disegno e per il racconto è parte integrante di Takoua Ben Mohamed. Il padre, religioso ma di ampie vedute, l’ha spinta nel realizzarsi in questo settore tanto che all’età di 14 anni è riuscita ad aprire “Fumetto intercultura” (progetto che favorisce il dialogo tra culture diverse attraverso il linguaggio della graphic novel). Il passo successivo è stato trasformare la sua vita in fonte preziosa e quotidiana per lo svolgimento dei fumetti. Tutto ciò che capita in una giornata ad una, ormai, venticinquenne è riportato in Sotto il Velo. Dall’amore al lavoro, passando per i commenti riguardanti il suo abbigliamento. Interessante e sorprendente è accorgersi delle varie prospettive. Ad esempio, i musulmani più conservatori protestano per i suoi jeans attillati, i tacchi e il trucco mentre i suoi coetanei italiani non capiscono il significato dell’indossare il velo. Ecco, allora, che il personaggio principale risponde: “Tacete tutti maschiacci, io mi vesto come voglio!”.
Attualmente quest’artista di origini tunisine ma italiana di fatto, non possiede la cittadinanza richiesta dal nostro paese tuttavia la strada per ottenerla sembra arrivare al compimento. In famiglia, il 50% dei componenti è italiano, l’altro no. La pubblicazione del suo libro ha smosso parecchie coscienze poichè non solo l’immigrazione è una tematica all’ordine del giorno, ma soprattutto perchè, per la prima volta, si parte da un altro punto di vista. Takoua, infatti, ha dichiarato all’Ansa: “Vorrei un’ informazione dei media più corretta verso le comunità di stranieri e più in generale verso il mondo musulmano. L’informazione è alla base di tutto e se è usata per creare allarmismi e stereotipi, come nel caso del velo delle donne, innesca divisioni, populismi, xenofobia. Vedo il mio futuro in Italia. Ci sono più possibilità d’interazione che negli auto-ghetti della Gran Bretagna o nelle banlieus francesi. Personalmente non ha mai avuto problemi nemmeno con i bulletti a scuola. L’atteggiamento dei musulmani deve essere quello di dare, di offrire e non solo di lamentarsi e di pretendere di ricevere”. Le dichiarazioni di Takoua Ben Mohamed sono tipiche della seconda generazione dei giovani musulmani tant’è che sente di avere una marcia in più. Doppia cultura, più lingue, nuove tradizioni e altre prospettive tracciano il ritratto di una donna forte, decisa e speranzosa verso il futuro.
“Ho il difetto di essere troppo, terribilmente ottimista e credo sempre che non esistano due culture che non hanno niente in comune”.