Il Premio World Press Photo è uno dei più importanti riconoscimenti nell’ambito della fotografia e del fotogiornalismo. Ogni anno, da più di 60 anni, una giuria formata da esperti internazionali, giudica le migliaia di domande di partecipazione inviate da fotogiornalisti provenienti da tutto il mondo alla Fondazione World Press Photo – un’organizzazione no-profit con sede ad Amsterdam.
La mostra del World Press Photo 2017 si terrà a Roma, in prima mondiale (insieme a Siviglia e Lisbona) al Palazzo delle Esposizioni, dal 28 aprile al 28 maggio 2017.
L’evento è promosso da Roma Capitale – Assessorato alla Crescita culturale, ideato da World Press Photo Foundation di Amsterdam e organizzato da Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con 10b Photography.
Il significato di questa mostra va oltre il valore artistico e culturale delle fotografie stesse: non si tratta di una mera sfilata di immagini sensazionali per dare goduria alla vista, ma la loro esposizione rappresenta un documento storico, una rassegna degli eventi cruciali dell’ultimo anno, raccontati attraverso il potere delle immagini. La fotografia, infatti, ha un potere comunicativo altissimo e immediato e, come afferma il curatore Francesco Zizola – pluripremiato fotografo – «la fotografia ha la forza della cronaca e il potere di trasformarsi in memoria collettiva».
Per l’edizione 2017 le immagini sottoposte alla giuria del concorso sono state 80.408, inviate da 5.034 fotografi di 125 nazionalità. La giuria, che ha suddiviso i lavori in otto categorie, ha premiato 45 fotografi provenienti da 25 paesi (Australia, Brasile, Canada, Cile, Cina, Repubblica Ceca, Finlandia, Francia, Germania, Ungheria, India, Iran, Italia, Pakistan, Filippine, Romania, Russia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Siria, Nuova Zelanda, Turchia, UK, USA).
La foto dell’anno, scelta nella categoria Spot News Stories, è del fotografo Burhan Ozbilici, realizzata ad Ankara, in Turchia, il 19 dicembre del 2016. Si intitola An Assassination in Turkey e mostra l’uccisione dell’ambasciatore russo in Turchia, Andrei Karlov, da parte del poliziotto turco ventiduenne Mevlut Mert Altintas durante l’inaugurazione di una mostra d’arte.
Ogni foto, dietro di sé, ha una storia, una propria vita, che ci vuole raccontare qualcosa: e così esposte nella mostra troviamo storie di guerra, dolore, morte, sofferenza, ma anche luce, speranza e soprattutto, calore umano.