Le sfide poste ad un’Autorità per le garanzie delle comunicazioni sono molteplici. Dalla necessità di un luogo istituzionale che sia indipendente, votato all’indirizzo e alla verifica, alla tutela dei soggetti più deboli nel mercato della comunicazione, quindi utenti e pubblici, ma anche attenzione a diritti e doveri delle imprese e degli operatori del settore e alla crescente espansione delle tecnologie performative nel campo dei media tradizionali.
In un contesto sociale e culturale sempre più segnato dall’incertezza, i media hanno la responsabilità di fornire strumenti di lettura e comprensione della realtà, che riducano diffidenza e paura sociale. Ma quanto questi, in particolare le reti digitali, sono protagonisti di processi di allargamento di autonomia e competenza dei soggetti? In che misura responsabili di nuove forme di dipendenza rispetto al potere della comunicazione?
E’ questo il filo conduttore della riflessione che ha animato l’incontro “Un’ora con… Mario Morcellini sull’Agende per l’Autorità per le Comunicazioni” in occasione del FORUM PA 2017, esposizione annuale dedicata all’innovazione nelle pubbliche amministrazioni, che quest’anno si articola sull’importanza del ruolo delle amministrazioni nella costruzione di uno sviluppo economico e sociale che garantisca benessere equo e sostenibile, in relazione agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile approvati lo scorso marzo dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Morcellini, evidenziando l’importanza della struttura culturale dei commissari Agcom per l’adempimento del proprio ruolo, e individuando la fonte della sua nella propria storia accademica, ha individuato le sfide intellettuali per la produttività sociale del suo ruolo. In primo luogo, un cambiamento del rapporto tra cultura e comunicazione, che porti ad uno stretto legame tra l’allargamento in termini quantitativi della comunicazione e un aumento qualitativo della sfera culturale; un’acutizzazione, poi, dell’attenzione sui minori, soggetti in continua sperimentazione sociale e cognitiva, i quali dovrebbero essere sottoposti ad una vera e propria media education, “della quale dovrebbe occuparsi il sistema scolastico italiano”, ha dichiarato il commissario. “Infine, un attento lavoro sulla narrazione politica che la comunicazione opera in Italia”, alla luce della posizione sempre più retorica dei media italiani e della diffusione a macchia d’olio delle fake news, “vera e propria fine del giornalismo”.
Da un’insoddisfazione per l’attuale stato del sistema comunicativo italiano si è ribadita l’importanza della qualità, che Morcellini ha definito un valore aggiunto per interrogare la comunicazione su quanto essa abbia allargato la conoscenza e la capacità critica delle persone. Infatti, il consumo dell’informazione è in continuo aumento, ma con esso anche la distorsione delle notizie, e la scarsa preparazione del pubblico ad un’accurata selezione di informazioni valide. Per questo l’Agcom deve porre l’accento sull’unanimità all’interno del processo decisionale e progettuale, rivolgere il proprio sguardo al mondo dell’università, sempre più sottovalutata e sottoutilizzata dal sistema politico-istituzionale, e uscire dal proprio campo tradizionale d’azione, declinandosi verso nuovi soggetti e nuovi spazi sociali.
Margherita Puca
(* foto di Marco Merlini)