Messaggi razzisti, offensivi, carichi di odio. Nasce la mappa dell’odio per risalire agli utenti.
Siamo abituati ormai da anni a leggere sui vari social network messaggi carichi di odio, in tutte le sue forme. Da post di singoli utenti (i così detti haters) a video di scherno, fino ad arrivare a pagine create appositamente contro qualcuno, contro una religione o un’etnia. La diffusione di questi messaggi è purtroppo incontrollabile, nonostante il post in questione possa essere rimosso dietro segnalazioni. Chiunque può generare odio sul web e questo odio può davvero creare danni. La vita online non resta separata da quella reale, basti pensare ai casi di suicidio o omicidio dovuti proprio a questo lato della nostra società, sempre più dipendente da schermo e tastiera.
La mappa è stata creata da un gruppo internazionale del quale fanno parte gli italiani Emiliano De Cristofaro e Gianluca Stringhini dell’University College London. I ricercatori hanno analizzato 8 milioni di post pubblicati dagli utenti di 4chan.
4chan è ritenuto uno dei siti più oscuri della rete, e se inizialmente si pensava che si trattasse di un social network e basta, ora si stanno valutando conseguenze anche a livello politico. Nasce nel 2003 da Christopher Poole, detto Moot, e utilizzato inizialmente per la pubblicazione di immagini e la discussione di manga e anime. La particolarità di questo social è la possibilità di postare in forma anonima qualsiasi contenuto. 4chan è una comunità online che pubblica immagini e commenti anonimi ed è ora collegata alla destra alternativa americana e alle sue idee di odio e razzismo.
La ricerca non analizza i messaggi di odio dei principali social network come Facebook e Twitter ma si presume una futura estensione a queste piattaforme. Si è potuto analizzare 4chan proprio per la sua caratteristica, pubblicare in formato anonimo. Grazie all’analisi di questi messaggi è stato ottenuto un “mappamondo“ dell’odio che circola su 4chan: le nazioni con utenti che postano più odio sono paesi come Cina, Bielorussia, Indonesia, Bolivia. In coda Australia e Canada; in fondo alla classifica Italia, Stati Uniti, Spagna e Francia.
I ricercatori sono riusciti a tracciare il percorso effettuato da messaggi negativi e fake news riuscendo a mantenerli sotto controllo. Oltre a tutto questo sarà possibile monitorare la fonte delle fake news, quindi da dove nascono e come si alimentano ma soprattutto come riescono a circolare attraverso il web. Spesso i commenti su 4chan partono da un collegamento su YouTube che va contro i principi di una società civile come l’uguaglianza di genere, il femminismo. Da questi messaggi isolati, gli utenti si organizzano per attaccare le vittime, scrivendo commenti negativi su YouTube o su altri siti. Da una prima analisi i ricercatori hanno verificato che l’influenza degli utenti di 4chan ha un enorme impatto su social come Twitter e Facebook. Attualmente non ci sono leggi ad hoc per controllare il fenomeno dell’odio sul web, ma con questa mappa si stanno aprendo le strade per un controllo più adeguato.
Gli studi sono pubblicati sul sito ArXiv, un archivio di articoli scientifici di fisica, matematica, informatica e biologia accessibile via Internet.
Fabiana Roccio