Due settimane di corso. Quarantadue studenti da tutto il mondo. Accademici, specialisti e professionisti del settore. Quattro tutor e un team Sapienza a disposizione degli studenti. Parola d’ordine ‘internazionalizzazione’. Il Prof. Sergio Marchisio, Ordinario di Diritto internazionale e Space Law presso Sapienza e Presidente ECSL, racconta la XXVI° edizione della manifestazione organizzata dall’European Centre for Space Law.
Dal 1992 l’ECSL (European Centre for Space Law) organizza il Summer Course on Space Law and Policy in collaborazione con un’università ospitante. Quest’anno, nella suggestiva cornice capitolina, l’Università Sapienza è diventata teatro di lezioni e seminari su tematiche relative al diritto delle attività spaziali. Il corso rientra tra gli obiettivi primari dell’ECSL, nell’ottica di sviluppare e incoraggiare la comprensione del quadro legale relativo a tale disciplina.
Prima di addentrarci in tematiche specifiche, vale la pena soffermarsi sul quadro generale di riferimento, per aiutare anche il lettore meno esperto ad orientarsi in un mondo tanto affascinante quanto ricco di tecnicismi.
Esiste un diritto dello spazio?
Per rispondere a questa domanda occorre richiamare ad una distinzione molto cara agli specialisti del settore: no, non esiste un diritto dello spazio, quanto più un diritto delle attività spaziali. Principali attori in tale scenario sono gli Stati. Qualunque Stato (e non solo) abbia un’aspirazione a svolgere attività nello spazio extra-atmosferico deve tenere in considerazione un quadro giuridico strutturato che trova nel diritto delle Nazioni Unite un fondamento stabile e nell’Outer Space Treaty un “contenitore” di principi fondamentali in materia. Ma andiamo con ordine.
La storia insegna che la cooperazione internazionale tra Stati può configurarsi come la chiave di volta per regolare – talvolta implementare – ogni ambito della nostra esistenza. La presenza dell’essere umano in questa quarta dimensione geopolitica deve considerare regole e accordi nel quadro giuridico internazionale.
Fantascienza o realtà?
Space Law è una branca del diritto internazionale. In tale contesto, il regime giuridico dello spazio, degli oggetti lanciati nello spazio, dei corpi celesti e delle attività – anche commerciali ed economiche – ad esso collegate rendono questa disciplina tutt’altro che astratta: le ricadute dell’esplorazione spaziale nella vita di tutti i giorni sono molte. Ampliamento delle conoscenze scientifiche, diffusione di tecnologie innovative, apertura di nuovi mercati, ma non solo. La TV satellitare, ad esempio. Forse non tutti sanno che l’Italia ricopre un ruolo di primissimo piano nella ricerca di settore e possiede il più antico e importante “teleporto“ al mondo per usi civili: il Centro Spaziale “Piero Fanti” del Fucino a L’Aquila, di Telespazio, con 170 antenne distribuite su 370.000 mq di superficie, svolge attività di controllo in orbita di satelliti, servizi di telecomunicazioni, televisivi e multimediali. Se riusciamo a vedere Sky, per intenderci, è grazie all’attività di monitoraggio, trasmissione e progettazione che i 250 addetti – fra ingegneri, tecnici specializzati e personale operativo – svolgono tutti i giorni. Dal Fucino vengono, inoltre, effettuate operazioni di missione per i programmi COSMO-SkyMed, dell’Agenzia Spaziale Italiana e Galileo, dell’Unione Europea. Il Summer Course ha dato l’opportunità ai partecipanti di visitare il Centro e fare esperienza diretta delle attività del teleporto.
Europa nello Spazio: ESA, ECSL e ESRIN
Che lo spazio extra-atmosferico sia un obiettivo primario dell’umanità intera è testimoniato dalla rilevanza data alla ricerca dagli Stati Europei. L’ESA (European Space Agency), ad esempio, è un’organizzazione internazionale incaricata di coordinare i progetti spaziali di 22 Paesi aderenti. Quest’anno ha preventivato un investimento di 5.75 Miliardi di Euro in varie attività tra cui lancio, navigazione, ricerca scientifica. Non solo: parte di questo budget è impiegato per finanziare le attività dell’ECSL. Proprio sotto gli auspici dell’ESA nasce, infatti, l’European Centre for Space Law, organizzatore del Summer Course. Non a caso, la visita all’ESRIN di Frascati è stata un’altra opportunità derivante da questa manifestazione. L’European Space Reaserch Institute (ESRIN) dell’ESA è un isitituto specializzato nell’osservazione della terra. Qui si è svolta una giornata di approfondimenti, conferenze e seminari in cui sono intervenute personalità di spicco del settore: tra i molti, Simonetta Di Pippo, Direttore dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari dello Spazio extra-atmosferico (UNOOSA), è intervenuta per portare il suo contributo di fronte agli studenti riguardo a ciò che ha definito – con un gioco di parole – “Star Laws”.
L’intervista
Insomma, il partenariato tra ECSL e Sapienza è una miniera di opportunità e ha dato vita a due settimane di full immersion per studenti provenienti da tutto il mondo. A tu per tu con il Prof. Sergio Marchisio, Ordinario di Diritto internazionale e Space Law presso Sapienza, Presidente ECSL, nonché figura di collegamento tra le due realtà cooperanti, abbiamo cercato di comprendere il valore di un evento di tale prestigio per la nostra realtà universitaria.
“La Sapienza persegue da anni l’obiettivo della internazionalizzazione” ci ha spiegato. “Questa iniziativa permette a studenti della Sapienza di confrontarsi con colleghi di diverse università europee su temi come quelli del diritto e della politica spaziale”. Il valore aggiunto di un’iniziativa non troppo lunga – due settimana e mezzo – è il concentrato di possibili contatti e relazioni con accademici, istituzioni che si occupano di spazio in Italia e i loro leader, continua il Professore. Un’opportunità unica per gli studenti, come già detto, di visitare luoghi emblematici per lo sviluppo del settore delle attività spaziali.
Il Prof. Marchisio ribadisce orgogliosamente alcune delle mete incluse nel Corso: oltre alle già citate Telespazio e ESRIN “siamo stati all’ASI, avendo l’opportunità di conoscere il presidente Roberto Battistion e a Thales Alenia Spazio a L’Aquila. Abbiamo visto come si fabbricano alcune componenti dei satelliti. Insomma, una prospettiva accademica su un mondo conosciuto per lo più attraverso le esperienze degli astronauti. Esperienze certamente importanti ma che non esauriscono tutto l’impegno del Paese in questo settore”.
Non solo Summer Course: il Dipartimento di Scienze Politiche ospita da anni una realtà consolidata dedicata al diritto delle attività spaziali. Il corso di Space Law del Prof. Marchisio è un’ottima opportunità per familiarizzare con questa disciplina e imparare ad orientarsi nel settore.
“Il corso è denominato Space Law per venire incontro alla sopracitata tendenza all’internazionalizzazione. È una bella opportunità per gli studenti: possono mettere alla prova il loro interesse per questi temi e costruire le basi fondamentali per considerare l’opportunità di affacciarsi a livello professionale in questo settore. È interamente in lingua inglese. Il settore spaziale offre possibilità importanti, seppur limitate. Vi sono realtà lavorative connesse ad esso: industrie spaziali con uffici legali o di relazioni e comunicazioni che hanno bisogno di esperti e personale. Istituzioni: l’ASI ha aperto recentemente bandi di concorso anche a laureati di Scienze Politiche. Insomma, far parte di una comunità di persone che si interessano di spazio è un’esperienza affascinante che permette poi di capire meglio anche le opportunità lavorative che si dispiegano”.
Inizialmente abbiamo accennato all’Outer Space Treaty, trattato internazionale contenente i principi fondamentali in materia di Space Law. Abbiamo chiesto al Professore quale sia il reale valore di questo Trattato tanto più che quest’anno ricorre il cinquantenario di questa “Costituzione dello spazio”, scritta in epoca di guerra fredda.
“Il 2017 è stato segnato da questo importante anniversario. In questa occasione sono emerse alcune tendenze revisioniste che sono state accolte dalla amministrazione Trump, negli USA. Il Senato degli Stati Uniti si è ritrovato a discutere su come questo trattato serva gli interessi commerciali – ben più motivanti rispetto a quelli scientifici – degli USA nello spazio. Nonostante le sue pecche” prosegue il Professore “i principi consolidati e incontestabili contenuti nell’OST continuano ad essere un riferimento certo per le attività spaziali pubbliche e private. In conclusione, sono contento di aver visto che l’hearing al Senato si è concluso con la decisione di non aprire nessuna revisione del trattato, in quanto ritenuto ancora adeguato alle esigenze delle nazioni spaziali”.
Insomma, il diritto delle attività spaziali è una disciplina in pieno sviluppo ed evoluzione. Ha risvolti pratici e regole ben precise. Ha una comunità di riferimento che, in occasione di questo come molti altri eventi, si ritrova a discutere su tematiche di grande valore scientifico e commerciale. Un ambito “di nicchia”, per usare le parole del Professor Marchisio, che sta attirando sempre di più l’attenzione di studenti, accademici e practitioners. La corsa allo spazio, iniziata con il lancio dello Sputnik nel 1957, è una realtà concreta e tutt’altro che conclusa.
Simone Di Gregorio