Sapienza Short Film Fest (SSFF) è l’iniziativa promossa dal Dipartimento di Storia dell’arte e spettacolo dell’università La Sapienza di Roma. Questa mattina all’Ex Vetreria Sciarra si è tenuta la premiazione per la II edizione del festival che, ormai da due anni, punta a fondere lo studio del cinema, della sua storia, con la sperimentazione sul campo. Stando alle parole di Mauro Di Donato, quest’anno “abbiamo ricevuto più del doppio dei corti rispetto alla scorsa edizione”. Lavori di alta qualità, capaci allo stesso tempo di trasmettere messaggi chiari ed emozionanti.
Obiettivo dei giurati, infatti, questa volta non è stato semplicemente premiare il miglior cortometraggio, ma captare il futuro di ogni lavoro prodotto dai giovani de La Sapienza. “Se un corto coincide con la formazione dei giovani in vista del futuro, i lavori devono avere in sé una forma narrativa forte. Badate alla storia: se è ben costruita, il corto tiene, non ti abbandona fino all’ultimo minuto”, ha detto Cecilia Valmarana, giurata e produttrice per Rai Movie.
La novità della seconda edizione del SSFF è stata la divisione dei cortometraggi in due sezioni: fiction e remix. “La differenza è che la fiction prevede la creazione di un racconto ordinato, una finzione appunto; mentre il remix è paragonabile a un video-saggio, una sorta di fusione tra l’analisi critica e la parodia: il metodo migliore per sperimentare le proprie capacità critiche”, ha spiegato il professor Andrea Minuz. Il limite di tempo è stata la seconda caratteristica distintiva: 10 minuti per la fiction e 5 per il remix.
Ma perché c’è bisogno di avere un festival come questo? “Nel mare magnum della rete è sempre più complicato muoversi. Questo festival serve a selezionare ciascun prodotto in base alla qualità, così da poter dare ai lavori e ai produttori stessi una maggiore visibilità sul mercato, fondamentale per entrare nel mondo del lavoro”, ha affermato Janet De Nardis, altra giurata, nonché direttrice del Roma Web Fest.
A completare la giuria, erano presenti Simone Isola di KimeraFilm, Lucia Macale, produttrice indipendente, e Claudio Rossi Massimi di Imago Film. Si è parlato di come sia complicato realizzare un corto e, soprattutto, del fatto che questo non produrrà quasi certamente nessun guadagno. Per i giovani, a tutto questo, si aggiunge il dover lavorare senza il supporto di infrastrutture adeguate, che spesso richiedono curricula incompatibili con l’età di chi si approccia a questo mondo.
Prima della premiazione sono stati presentati due progetti: “San Lorenzo non esiste”, iniziativa transmediale, che mira ad allargare la fruizione e il concetto stesso di opera e racconto cinematografico. Il progetto è stato realizzato dagli studenti, con l’aiuto di Valerio Di Paola. Reportage fotografico, fiction, cospirazionismo, teorie metropolitane e storie realmente accadute nel quartiere romano per creare una sceneggiatura criptica, che punta a sfatare vecchi miti. Il tutto sarà disponibile dalla prossima settimana sull’omonima pagina Facebook, raccontato attraverso microstorie, microcorti e foto narrative dal profilo di un personaggio inventato ad hoc.
Il secondo progetto, coordinato dal professor Minuz, è “Branding Love”. La prima web serie “istituzionale” firmata La Sapienza. Unica nel suo genere, è stata realizzata interamente da studenti per un ateneo pubblico. In collaborazione con Smetto Quando Voglio e Groenlandia, ha ottenuto anche un riconoscimento al Roma Web Fest.
Si è poi passati ad annunciare i vincitori delle due categorie dello Short. “Magari il prossimo anno creeremo una terza categoria per i videoclip”, ha detto Minuz. I premi sono stati divisi per scelta del pubblico e della giuria. Il vincitore del Premio Pubblico per la sezione remix è stato “Finding Jaws”, che ha anche ricevuto una menzione speciale della giuria. Il corto è stato scritto e redatto da Claudio Spagnuolo, mentre al suo fianco Roberto Pio si è occupato delle musiche. Un tributo sul filo del comico a opere cult e mainstream della cinematografia mondiale, in grado di catturare l’attenzione nonostante il limite di tempo.
Per la sezione finzione, invece, il pubblico ha premiato “Looped Love”, ideato da Valerio Chicca e Alessandro Marzullo. Il corto che racconta una storia che sa di essere tale, in cui i personaggi ripetono le loro azioni all’infinito. Ma “in un film anche una semplice comparsa può diventare protagonista” e tutto prende una piega diversa, la storia cambia, mentre intorno gli altri continuano le loro vite di sempre, tra imprevisti e monotonia.
“Stanley Kubrick-Fantozzi (Trailer)” è stato il vincitore del Premio Giuria per la sezione remix. Uno sguardo di fantasia dagli occhi del mitico Stanley Kubrick alla filmografia di Fantozzi, mischiando le scene comiche alla tensione tipica delle opere del regista. Roberto Grasso e Sara Irace, autori di “Lovorphosis”, si sono aggiudicati il Premio Giuria per la sezione fiction. Un corto in stop motion che riempie i pochi minuti a disposizione con una storia affascinante.
Consegna delle targhe, foto di rito e assegni giganti, quest’ultimi riservati ai vincitori dei premi giuria. Tutto ciò previ ringraziamenti degli autori a tutti quelli che gli avevano permesso di raggiungere quel traguardo. Quello che si evince da questo evento, dopo aver parlato con i vari partecipanti, è stata la volontà di far risaltare sempre di più questi lavori e dare sempre più possibilità agli autori di presentarne di nuovi, creando nuovi spazi come festival e programmi televisivi dedicati. Cosa di cui l’Italia probabilmente avrebbe bisogno.
Federico Saccoccio e Carmen Baffi