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Ue: quando tutto è già stato sentito

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Dopo i saluti del Magnifico Rettore de La Sapienza Eugenio Gaudio, ha preso il via ieri mattina l’incontro degli e per gli studenti Sulle tracce dei diritti nell’Unione Europea. L’evento ha riunito studenti e persone ormai da anni esterne al mondo universitario, nell’aula Pietro Onida del dipartimento di Economia. Oltre al rettore, erano presenti Irene Bozzoni, direttrice della Scuola Superiore di Studi Avanzati Sapienza (Ssas); Alessandra Mattoscio, stidentessa della Ssas, nonchè organizzatrice dell’evento; Giuliano Amato, ex Presidente del Consiglio dei ministri e giudice della Corte costituzionale; e la prof.ssa Marta Cartabia, vicepresidnte della Corte costituzionale.
Ci ha tenuto subito Irene Bozzoni a spiegare il motivo della nascita della Ssas: “l’integrazione tra studenti di ambiti e materie differenti, al fine di promuovere una discussione complessa e multidisciplinare che porti a una contaminazione trasversale di materie distanti che, tuttavia, possono arricchirsi reciprocamente“. Testimone diretta di tutto questo, la giovane Mattoscio, la quale insieme ad altri suoi coetanei e colleghi presenti in sala, ha fortemente voluto che questo incontro si svolgesse e coinvolgesse più persone possibili, proprio per l’importanza del tema trattato. Tema chiave, i9nfatti, è l’Unione Europea anzi, “mantenere unita l’Unione Europea”.

Bisogna far sentire la voce della cultura e dei saperi.

Focus specifico, invece, sui diritti fondamentali dei cittadini, i quali nel corso del tempo hanno sempre di più mostrato sfiducia e distacco nei confronti delle Istituzioni internazionali. Perchè? Emblematico, rispetto a ciò, l’intervento di Giuliano Amato, il quale, riprendendo Kant, ha paragonato l’Unione a un’utopia: più Paesi uniti per formare un’unica, grande comunità, che purtroppo – citando il filosofo – “verrà distrutta dalla cattiveria degli uomini”. Basti pensare all’originario obiettivo dei Padri Fondatori: privare gli Stati della loro esclusiva sovranità che con armi e guerre avevano causato milioni di morti. Ma quanto questa sovranità nazionale oggi è riuscita e continua ad abbattere gli ideali europeisti? L’unione, in quanto istituzione, ha commesso molteplici errori, ma nemmeno Amato “ha soluzioni“. Ciò che colpisce in tutto il suo discorso è l’aver coniugato ogni singolo verbo al passato, quasi come se non ci fossero più speranze. Di certo, il suo è stato un excursus storico dell’Unione, dai primi trattati a oggi, ma quanto conta il futuro, visto che le istituzioni europee ormai si impegnano a perseguire obiettivi a lunga scadenza?

Differente, invece, l’intervento della prof.ssa Cartabia, che ha fornito un’analisi basandosi quasi esclusivamente sul diritto internazionale, dando ampio spazio ai diritti fondamentali dei cittadini europei. C’è una costante contrapposizione tra corti, istituzioni internazionali e nazionali. Secondo lei, per continuare a sperare di raggiungere quell’utopia dell'”Unione nelle diversità” bisogna tenere a mente tre parole chiave : l’armonia, che è diversa dall’uniformità – ha precisato; uno strumento che permetta di raggiungere la prima a livello sostanziale, al fine di salvaguardare i diritti e i principi fondamentali contenuti nella Carta Costituzionale; e un dialogo inclusivo per tutti coloro che sentono di potere e vogliono fare qualcosa per l’Ue.

L’Unione Europea fu un’opera straordinaria che però aveva strutturali fragilità.

In un evento del genere, però, ci si aspetterebbe di sentir dire cose “nuove”, diverse. La storia è importante e serve da guida per il futuro, per evitare di commettere gli stessi errori. Il concetto della storia greca è stato citato proprio da Amato, e allora perché non parlare anche di presente e di futuro, soprattutto?
Quanti passi avanti sta facendo l’Ue per i suoi cittadini? Quanto si sta sforzando per riconquistare quella fiducia perduta? Perché non si sono minimamente sfiorati argomenti come Europa 2020 e/o 2030; oppure, perché non si è parlato dell’ultima analisi svolta dalla Commissione europea sulla situazione economica e sociale degli Stati membri? Perchè non ci si è ricordati che tra due giorni si terrà un altro Vertice europeo, durante il quale si farà ancora una volta il punto della situazione e si proporranno nuovi obiettivi per il futuro? Le domande e i dubbi potrebbero essere infiniti rispetto a un dibattito che, più che sull’Europa, è sembrato una lezione di storia e di diritto internazionale. Tenuta sì, da professori, ma contemporaneamente da due persone che le istituzioni le rappresentano e le vivono da anni, giorno dopo giorno.
Probabilmente gliele avrei poste tutte, queste domande, forse anche qualcuna in più, ma avevano fretta di andare via: nella sala accanto c’era il rinfresco. Son scappati lì.

Carmen Baffi