Lo scorso 25 giugno, nell’aula Odeion del Museo di Arte Classica, al piano interrato della facoltà di Lettere della Sapienza, si è svolta la presentazione del volume “Istakhr (Iran), 2011-2016. Historical and Archaeological Essays”. Il libro è curato da Maria Vittoria Fontana professoressa alla Sapienza di Archeologia e Storia dell’arte musulmana.
Il libro è idealmente l’atto conclusivo di un progetto di studio durato sei anni e che ha coinvolto molti docenti di diverse discipline. Questo progetto nasce nel 2011 proprio alla Sapienza con un accordo tra il rettore e l’Organizzazione per il Turismo, l’Artigianato e il Patrimonio culturale dell’Iran (Ichto) di Teheran. Tra i finanziatori del progetto, la Sapienza, il Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale e, negli anni 2012 e 2015 la Max van Berchem Foundation di Ginevra 2011 al 2016 accademici italiani, affiancati dai colleghi iraniani hanno studiato il sito archeologico di Istakhr, in Iran, a cui sono seguite altre fasi di studio in Europa. Contenute nel volume ci sono le conclusioni di cinque anni di indagini, sotto forma di saggi, in inglese.
L’incontro di presentazione del volume è un modo per presentare i contributi e il progetto stesso. A moderare l’incontro Lorenzo Nigro, professore di Archeologia e Storia dell’arte del Vicino oriente antico alla Sapienza, nonché direttore della collana Quaderni del vicino oriente, con la quale è stato pubblicato il libro di Fontana.
Roberta Giunta, professoressa dell’Orientale di Napoli, afferma che l’opera è fondamentale perché racchiude i risultati di anni di ricerca, grazie ai contributi di sedici studiosi, inclusa Maria Vittoria Fontana. Giunta Ricorda poi che i lavori spaziano dall’ archeologia all’etnografia, dalla letteratura alla storia, illustrando i tratti fondamentali di alcuni. “Il volume è quasi enciclopedico, è un lavoro completo e definitivo sugli studi su Istakhr” conclude Giunta.
Gli interventi che seguono sono quelli di Bruno Genito e Michele Bernardini, sempre dell’Orientale di Napoli, che tracciano un profilo storico e archeologico del sito di Istakhr, sottolineandone l’importanza. In breve il sito è così interessante perché le origini di questo insediamento sono complesse ignote. Si tratta di un complesso di circa 50 ettari, su un altopiano vicino a Persepolis, con caratteristiche urbane particolari, relative già al periodo islamico.
Lo stesso verrà ribadito da Nigro in conclusione: “Istakhr è un sito eccezionale e siamo fortunati come Sapienza ad averne avuto accesso. Un sito come questo non è raggiungibile e difficilmente studiabile. È un universo finito in fase di dispersione. Il volume in questo senso ha portato un contibuto in ogni suo singolo pezzo”.
Tommaso Meo