Si è svolto al Coris il convegno sulle tutele normative per la difesa del minore riguardo ai nuovi media , “The best interest of the child”. Organizzato dal centro di ricerca della Sapienza per la Tutela della Persona e del Minore, i tre giorni di lavoro, hanno alternato sessioni plenarie e workshop.
Nel corso dei saluti istituzionali la preside della Facoltà di Sociologia, Scienze Politiche e Comunicazione della Sapienza, Raffaella Messinetti, rintraccia la ricchezza del convegno nell’interdisciplinarietà; nella convergenza di saperi, che permette ad ognuno di essi di apportare il proprio contributo. Il diritto, la psicologia, i nuovi media, le trasformazioni sociali della famiglia sono le lenti impiegate per analizzare il tema dei minori.
Il professore Bruno Mazzara, direttore del Dipartimento di Comunicazione e di Ricerca sociale della Sapienza Università di Roma, si sofferma sull’importanza del tema dell’interesse dei bambini: “una questione centrale nella nostra epoca, ancora di più in questo preciso momento storico, nella quale la società sembra aver preso una direzione di imbarbarimento. Oggi le parole chiavi legate all’opportunità di vita e di sviluppo sembrano delle utopie non più perseguibile. Quelle che una volta erano le dimensioni fondativa della nostra vita civile sono divenute, progressivamente, qualcosa di residuale. Nell’epoca attuale chi si appella ai diritti umani è accusato di “buonismo”, una parola che indica quasi una rinuncia a un realismo che invece è una negazione della dignità degli esseri umani”. Non a caso, nelle grandi questioni che affliggono la nostra società i bambini sono le prime vittime. A partire dalla più preoccupante emergenza globale: il cambiamento climatico. A causa dei suoi effetti diritte o indiretti, come i fenomeni migratori ad esso collegati, i bambini appaiono le principali vittime. Anche per questo, il tema del diritto del minore nel progetto culturale della nostra società deve necessariamente essere posto al centro. Una società che non tiene conto dei propri figli, è una società destinata a scomparire.
Anche l’avvocato Mauro Vaglio, presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Roma, afferma che l’organismo che presiede è particolarmente sensibile alla materia: “già nel 2016 abbiamo stilato un protocollo con il tribunale dei minorenni per garantire la massima disponibilità dell’avvocatura alla tutela dei minori”. Anche perchè gli avvocati sono l’anello di congiunzione tra la vita e il diritto; colore che danno voce alla domanda di giustizia alle persone.
Conclude i saluti dando inizio al convegno vero e proprio, l’avvocato Maria Giovanna Ruo, Presidente Associazione Cammino, una camera nazionale di avvocati per la persona, le relazioni familiari ed i minorenni: “quando la nostra associazione è stata fondata, quasi vent’anni fa, parlare di diritto minorile era eccentrico, quasi impertinente. Oggi sedere a questo tavolo testimonia come molto è cambiato”.
La sessione plenaria, coordinata dal Prof. Francesco Donato Brunelli, Emerito di Diritto Privato della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, ha analizzato, molto dettagliatamente, l’interesse del bambino nella giurisprudenza interna ed internazionale. Tale analisi è stata effettuata prendendo in esame diversi casi legali dalla forte rilevanza sociale.
Durante il suo intervento, la Dott.ssa Filomena Albano, Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, ha affermato come non esistano “Minori” ma persone che di minore hanno solo l’età. Proseguendo nella sua esposizione, la Dott.ssa ha ammesso come l’ascolto istituzionale – l’istituzione in grado di accogliere le necessità degli individui – sia un elemento fondamentale per intercettare i bisogni dei bambini e trasformarli in diritti.
Questa prima sessione plenaria, posta in apertura dei tre giorni di “The Very Best Interest Of The Child”, è stata caratterizzata dalla presenza di quattro relatori stranieri che, attraverso i loro interventi, hanno portato, all’Università “La Sapienza”, la giurisprudenza del loro Paese di provenienza in merito al diritto di Famiglia e del minore. I relatori erano il Prof. Hugues Fulchiron, dall’Università di Lyon, il Prof. José Ramon De Verda y Beamonte, dall’Università di Valencia, la Prof.ssa Ursula Basset, dall’Università Austral di Buenos Aires e il Prof. Cristian Luis Lepin Molina, dall’Università del Cile.
La sessione plenaria mattutina è stata conclusa dal prof. Cesare Massimo Bianca, straordinario a TD Unitelma Sapienza.
Nella sede del Coris della Sapienza di Via Salaria, poi, nel pomeriggio dello stesso giorno, è continuato un workshop sull’analisi del complesso mondo giuridico e comunicativo che ruota attorno ai giovanissimi e alle nuove tecnologie.
Nella nostra contemporaneità ormai non possiamo più ignorare il fatto che le piattaforme digitali catturino e in un certo senso plasmino le prime fasi della vita di sempre più i bambini e giovanissimi; e pazienza se molti nostalgici ancora non accettano che ora i ragazzini non giochino più al gioco della campana dove bastava un gessetto o un sasso appuntito per divertirsi un po’ oppure a uscire a giocare con i figli dei vicini per fare una partitella a pallone o ancora per giocare con le bambole.
Ed è vero, i tempi sono cambiati: in primis perché i figli dei vicini sono sempre di meno per colpa dell’abbassamento demografico del nostro Paese, e in secundis, siamo sinceri, chi si fida più dei vicini ?
Ma a parte il facile umorismo non è così semplice e banale la spiegazione del successo delle nuove tecnologie sulle giovani generazioni: il workshop di questo pomeriggio infatti, che si è svolto presso l’edificio del Coris, contemporaneamente in tre diverse aule, ha gettato una luce luminosissima sulle normative che hanno cambiato la storia del diritto in questi ultimi anni, dal livello italiano (la famosa legge del 2017 sul cyberbullismo) a quello europeo (ultimo i data protection) sui nuovi media
Tutte normative, come specificato all’interno dei vari dibattiti, che non coinvolgono solamente i giovanissimi ma anche i genitori e la società tutta. Infatti molte di queste norme riguardano anche i limiti e l’intervento dei genitori nelle forme di tutele, oppure li coinvolgono anche come soggetti passivi quando, cioè, come avviene nel cyberbullismo viene punito anche chi prende di mira attraverso i nuovi media i genitori o i parenti della vittima designata.
Insomma tra conferenze e dibattiti che continueranno fino a sabato mattina si è acceso un faro su tutti questi regolamenti dove gli esperti non sono disposti a cedere il passo al rapido e frenetico sviluppo dei nuovi media.
Francesco Cucci (per la mattinata)
Pietro Sorace (per il pomeriggio)
PER INFO E PROGRAMMA: https://news.uniroma1.it/20092019_0900