Lo scorso 3 Aprile il tema delle foibe è stato affrontato nelle aule universitarie della Sapienza per la prima volta all’interno del corso di Storia moderna del prof. Eugenio Di Rienzo del dipartimento di Scienze Politiche (giá direttore di “Nuova rivista storica“). A dibattere intorno al tema Giuseppe Parlato, docente di Storia contemporanea presso la Facoltà di Interpretariato e traduzione dell’Università internazionale di Roma e Presidente della Fondazione Ugo Spirito, il docente di Storia Moderna della Sapienza Paolo Simoncelli e Andrea Ungari, docente dell’Università degli studi Guglielmo Marconi. Al centro dell’incontro la presentazione del libro “Italiani due volte” di Dino Messina, storico e giornalista del “Corriere della Sera”.
Il coraggio intellettuale di Dino Messina nel trattare un tema così poco battuto e intorno al quale c’è un problema di memoria sociale condivisa è stato più volte sottolineato da Simoncelli insieme all’episodio del dramma delle foibe, ricordo del famoso genocidio rimasto nelle menti delle persone fino al 1954 e poi come sparito anche dall’agenda mediale. Un argomento che ancora oggi è nell’oblio, che poi è il motivo per il quale lo Stato Italiano più di 70 anni dopo sente l’esigenza di istituire un giorno della memoria per commemorare le vittime.
“Perché dopo una bibliografia sterminata, nonostante l’istituzione del giorno del ricordo, questo tema è sentito solo all’interno delle comunità interessate? Perché lo stessa questione ha avuto difficoltà ad entrare nel discorso pubblico o ci è entrata a sproposito?”, questa la domanda con cui Messina ha esordito. Un libro quindi corale di storia orale: l’autore intervista i sopravvissuti e la narrazione si avvale di testimonianze particolarmente drammatiche e toccanti.
L’augurio è che incontri del genere possano essere più frequenti e possano riempire le aule universitarie più spesso per la necessità di riflettere non solo sull’importanza di temi come quello trattato, ma anche sul come li si possa sviscerare in modo attuale grazie alla passione e all’indiscutibile preparazione di relatori come quelli che oggi hanno fatto un po’ di luce su un episodio ancora troppo al buio.
Carmelo Arena