Giovedì 31 ottobre, presso la Sala Spadolini del MiBACT a Roma, è stato presentato il 15° Rapporto Annuale di Federculture “IMPRESA CULTURA. Politiche, Reti, Competenze”. Il volume mette in evidenza lo stato di salute della cultura italiana, attraverso la realizzazione di saggi ed analisi statistiche volte a divulgare ciò che accade nei territori, nella società, nelle politiche pubbliche e nell’impresa culturale. Inoltre, la pubblicazione ha voluto aggregare i dati sulla spesa pubblica per il settore culturale, sulla domanda – consumi e partecipazione culturale – e sul turismo. Il 15° Rapporto analizza ogni anno i trend del settore culturale e in questa edizione dedica un focus a quelli dell’ultimo decennio, dalla crisi del 2008 ad oggi.
“La crescita dell’Italia passa anche attraverso la cultura. Ed è proprio grazie ad essa se possiamo dare un contributo per il miglioramento dell’Italia, per la sua reputazione internazionale, per la sua consapevolezza di Paese ‘ricco di storia’ e di un patrimonio culturale fra i primi al mondo. Tutto questo non può essere fatto con una sola legge di Bilancio, ma occorrono programmazione, convinzione, continuità”. Sono queste le parole del presidente della Federculture, Andrea Cancellato. Durante la conferenza è emerso che bisognerebbe incrementare il consumo culturale: in particolare, il Rapporto ha messo in evidenza l’esigenza di una normativa speciale per le imprese culturali e creative, di una continuità nelle politiche di incentivo alla programmazione, di defiscalizzare i consumi culturali, di ampliare il raggio di azione di Art bonus e di App18, ma sopratutto di incrementare gli investimenti in cultura per la conservazione e per la produzione culturale.
Analizzando i dati rappresentati dal Rapporto, possiamo notare che sono state prese in considerazione tre annualità significative: 2008, anno di avvio della grave crisi economica internazionale; 2013, nuova crisi economica italiana; 2018. Inoltre sono stati prelevati tre gruppi di indicatori: la spesa pubblica statale e locale, i consumi e la partecipazione culturale, e il turismo.
La spesa nella cultura di Stato, Comuni, Province e Regioni nel 2008 era di circa 6 miliardi e 550 milioni di euro, diventati 5 miliardi e 849 milioni nel 2017: lo Stato è passato da 2.116 milioni a 2.428 milioni, i Comuni sono passati da 2.462 milioni a 1.896 milioni, le Province sono pressoché sparite da 295 a 52 milioni, le Regioni invece stanno recuperando a fatica la quota 2008. A livello di risorse pubbliche, manca ancora molto per far recuperare posizioni all’Italia.
Sul fronte dei consumi culturali, i dati evidenziano che la spesa delle famiglie in ambito culturale ha inizialmente sofferto di più la crisi economica generale: dal 2008 al 2013 è scesa del 5% mentre i consumi complessivi si mantenevano su un +1% e il Pil diminuiva dell’1,6%. Dal 2013 però la spesa in cultura delle famiglie è cresciuta maggiormente. Questa crescita è però diseguale, non solo fra aree del Paese, ma anche fra i settori della produzione culturale. Infatti, nei primi cinque anni dalla crisi (2008/2013) ha visto una contrazione in tutti gli ambiti: teatro -9%, cinema -4%, musei -8%, concerti -9%. Nei cinque anni successivi l’andamento dei settori si differenzia: sono aumentati gli italiani che frequentano i musei, che visitano i siti archeologici, che frequentano teatro o cinema. Il decennio (2008/2018) si chiude, quindi, con saldi molto diversi: il teatro non ha recuperato del tutto, anzi ha perso quasi 600mila fruitori; il cinema è in sostanziale equilibrio ed è in leggero aumento il numero di amanti della musica “leggera”. Ma il vero exploit è quello dei musei che nel decennio vedono crescere i propri fruitori del 14% insieme ai siti archeologici e ai monumenti dove si sono recati il 31% degli italiani in più. L’andamento della lettura, invece, rivela dati drammatici: dal 2008 al 2018 abbiamo una diminuzione di coloro che leggono un libro all’anno del 5%. Una spinta, sopratutto per la categoria dei giovani, si è avuta grazie all’incentiva novità del Bonus 18App che prevede l’accredito di 500 euro ai maggiorenni, da poter utilizzare in cultura. Il presidente aveva già espresso la sua opinione riguardo la piattaforma, appoggiando l’idea che questa possa servire per riequilibrare il rapporto tra giovani e cultura, in particolare incrementare la lettura dei libri, che oltretutto è in diminuzione continua.
Infine, si registra dal 2008 al 2018 una crescita del turismo internazionale, mentre l’Italia nel settore turistico cresce di meno. La composizione di questa crescita deve far riflettere: si registra un aumento di arrivi internazionali del 51%, mentre gli arrivi nazionali crescono del 20%, con una debolezza quindi nel mercato interno. In conclusione, possiamo affermare che la crisi economica ha inciso sulla cultura, sui consumi delle famiglie in questo ambito e su chi produce e investe nella cultura.