La trasformazione della società è sempre stata un importante tema di studi per qualsiasi sociologo ma, se iniziassimo a parlare di questi cambiamenti sotto uno sguardo più pessimistico come quello della crisi e dei conflitti? Ogni cambiamento si porta dietro una trasformazione e abbiamo sempre saputo che un evento così catastrofico come la pandemia che abbiamo vissuto in questi ultimi due anni e che ancora stiamo vivendo avrebbe portato la trasformazione della società. Infatti il COVID 19 ha accelerato questo processo di trasformazione e ha accentuato conflitti che in realtà sono sempre esistiti, ma soffocati da una finta convinzione che tutto andasse bene. Questo è stato l’argomento affrontato il 11 novembre presso l’edificio di via Salaria 113 in occasione della Settimana della Sociologia.
Tra gli ospiti la professoressa Maria Cristina Marchetti, direttrice del Dipartimento di Scienze Politiche, che ha spiegato con semplici parole l’avvento della crisi, elemento fondante dell’industrializzazione e del capitalismo, che genera una sorte di crisi permanente. A seguire è intervenuto il direttore del dipartimento di Scienze Sociali ed Economiche di Roma Tre Pierpaolo D’Urso, che ha parlato del mutamento della società contemporanea sotto una prospettiva diversa, confrontando l’attuale pandemia con la presenza del colera negli anni ‘70. Un confronto tra due società diverse dove una chiedeva il vaccino nonostante lo Stato non avesse le forniture per soddisfare la richiesta del popolo, mentre oggi ce ne sarebbe per ricoprire tutti i casi ma una piccola minoranza lo rifiuta.
Il convegno si è concluso con gli interventi di due Laura Leonardi dell’università di Firenze e di Carmen Leccardi dell’università di Milano. Ma la giornata del 12 novembre è stata di gran rilievo specialmente per il ricordo dedicato a Carlo Mongardini, professore e coordinatore della sessione di teorie sociologiche e trasformazioni sociali, recentemente scomparso. Importante la testimonianza di Donatella Pacelli, che lo ha ricordato non solo come un grande docente universitario ma soprattutto come una grande persona che ha lasciato un ricordo anche affettivo per molti studenti che hanno avuto l’onore di seguire le sue lezioni. Il preside della facoltà di Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione della Sapienza Tito Marci lo ha ricordato come una figura sempre disponibile e pronta a fare ogni giorno il proprio lavoro in modo egregio. È stato proprio il preside ad aprire il convegno con l’ordine del giorno “Riassemblare la società” con un’attenta analisi delle crisi e dei conflitti causate dell’emergenza COVID 19. Del mutamento della società stessa fondato dal sempre più presente avvento delle tecnologie e della capitalizzazione. Marci ha concluso il suo discorso sperando nel superamento della pandemia nel modo migliore sia per quanto riguarda ovviamente il campo della salute ma soprattutto con un augurio per una società che ritrovi i suoi valori.