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PNRR e unicità procedimentale nel governo del territorio: il Professor Portaluri ospite della Sapienza

Roma, 14 febbraio 2022 – Il rapporto tra PNRR e unicità procedimentale del governo del territorio è stato al centro del seminario svoltosi presso l’Aula T02 del Dipartimento di Scienze politiche. L’evento, inserito nell’ambito del curriculum di Diritto amministrativo europeo dell’ambiente, del Dottorato in Diritto pubblico, comparato e internazionale, è stato presieduto dal Professor Pier Luigi Portaluri, docente di Diritto amministrativo presso L’Università del Salento.

Il nostro assetto territoriale si basa sul principio di omogeneità, secondo il quale le figure rappresentative territoriali, i Comuni e le Regioni, sono uguali fra loro, con le medesime funzioni e con lo stesso Diritto – nonostante le notevoli differenze – e sul principio di prossimità, definito dal Professor Portaluri “prossimalismo”, un’ipocrisia demagogica che porta a considerare il Comune come l’amministrazione migliore poiché più prossima al cittadino. L’amministrazione di prossimità è esposta, tuttavia, alla cattura da parte degli interessi privati opachi e caratterizzata dalla necessità di un ritorno elettorale; tale criterio determina un tentativo di sottrarsi alle decisioni elettoralmente pericolose. Il processo di unicità, che si sviluppa intorno agli anni ‘80, è diametralmente opposto poiché comporta la spoliticizzazione della decisione. Rivendicare l’assoluta politicità della decisione comunale significa togliere spazio all’ amministrazione che tradizionalmente desidera governare il territorio: la Regione. Lo Stato tende a legiferare nel senso dell’unicità, i Comuni resistono rivendicando spazi di non giuridicizzabile politicità, mentre le Regioni pretendono di mantenere il controllo su decisioni urbanistiche comunali. La Legge Bassanini del 1997 stabilisce il principio di unicità: si passa ben presto dall’inclinazione filomunicipale a quella filoregionale.

Oggi, la precisazione del ruolo dei comuni nel governo del territorio e dell’essenza del potere comunale di pianificazione territoriale è ancora irrealizzata. Nel tentativo di identificare le condizioni di questa autonomia, la Consulta oscilla tra posizioni filocentraliste, filoregionali o filostatali e posizioni filomunicipali. Secondo la Corte, il livello regionale è strutturalmente più efficace per contrastare il fenomeno del consumo di suolo perché in grado di porre limiti alla pianificazione urbanistica locale. La Corte si orienta nel senso del caso per caso, considerando tutto ciò che è espressione di un potere politico comunale come spoliticizzato, in quanto interno alla conferenza di servizi. Il principio di unicità, alle soglie dell’ecosistema normativo PNRR, sostiene che tutto deve essere all’interno della conferenza di servizi, dunque, le decisioni politiche si spoliticizzano e la decisione conferenziale è titolo per l’esercizio dell’infrastruttura, cioè per la modificazione fisica della realtà.

La prima normazione organica PNRR è rappresentata dal Decreto Semplificazioni-Bis – DL 77/2021. L’articolo 55 riguarda gli interventi sugli immobili pubblici destinati all’istruzione. Secondo la norma, gli interventi di edilizia scolastica devono avvenire dietro autorizzazione unica prodotta dalla conferenza di servizi, tuttavia, dietro questa affermazione si cela una scelta valoriale e assiologica, in quanto serve a tacitare la Soprintendenza e a mettere strutturalmente in minoranza il titolare dell’interesse paesaggistico. All’articolo 29 compare il concetto di Soprintendenza speciale: dove c’è un immobile vincolato non si esprime più il Soprintendente locale ma la Soprintendenza speciale.

Secondo il Professor Portaluri il “prossimalismo” deve essere combattuto, ed è demagogia voler considerare i Comuni come virtuosi promotori di ogni commendevole iniziativa e politica pubblica, nonostante questo, però, «la normazione PNRR non ha quasi senso del decalogo e il principio di identità è diventato l’unico bastione reale per cercare di difendere la nostra riconoscibilità sul territorio nel quale abbiamo scelto di vivere».