Ieri, giovedì 29 settembre, presso l’Aula degli Organi collegiali del Rettorato della Sapienza, si è tenuto il primo appuntamento della Conferenza Internazionale “ECONOMIC VIOLENCE: PREVENTION, RESPONSES AND POLICIES”, che si è conclusa oggi con un incontro alla Scuola di Economia e Studi Aziendali dell’Università Roma Tre.
La Conferenza rientra nell’ambito del progetto internazionale “T.ES.OR.O” (Tratamiento, ExpoSición y ORigen de la viOlencia económica), un progetto portato aventi tra Italia e Spagna che ha visto la partecipazione di ricercatori di quattro atenei: Università di Vic, Università di Barcellona, Sapienza Università di Roma, Università degli Studi “Roma Tre”.
A dare il via alla conferenza e a presentare il progetto TESORO è stata la professoressa Silvia Cataldi dell’Università La Sapienza di Roma: “Questa è un’occasione che dà grande respiro ai docenti e agli studenti stessi, perché è un’occasione di scambio tra università e visioni differenti”.
“Questo progetto – prosegue – nasce dalla collaborazione tra l’Università La Sapienza e l’Università di Vic che abbiamo poi allargato alle Università di Barcellona e di Roma Tre”.
Nella prima giornata è stato affrontato da un punto di vista psico-sociale il tema della violenza economica, ovvero “una dimensione con impatto rilevante della violenza di genere” – come ha puntualizzato la professoressa Lucrezia Crescenzi dell’Università di Vic – di cui sono vittime prevalentemente le donne e riguarda “ogni atto di controllo e monitoraggio del comportamento di un soggetto in termini di utilizzo e distribuzione di denaro, nonché la minaccia costante di negare le risorse economiche” (Secondo quanto riportato dall’EIGE – European Institute for Gender Equality).
La tematica è stata introdotta dall’Art.3 della Convenzione del Consiglio d’Europa (Istanbul, 11 maggio 2011) sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne.
“Violenza non solo domestica ma anche economica”, ha aggiunto Laura Terracciano, legale presso il centro Antiviolenza dell’Università La Sapienza.
In un primo momento della conferenza sono intervenuti: Marcella Corsi, direttrice del Centro di ricerca interdisciplinare “Minerva Lab” e che ama definirsi una “Economista-femminista”, che nel corso del suo intervento ha parlato delle attività svolte dai 32 ricercatori del centro, fondate sulla diversità e uguaglianza di genere; Enrico Di Pace, Presidente dei corsi di laurea triennale in Psicologia, che egli stesso ha definito “facoltà a netta prevalenza femminile”; Ilenia Di Pietro, coordinatrice del centro Antiviolenza dell’Università La Sapienza; Franca Cipriani, Consigliera nazionale per la Parità.
In un secondo momento è stato presentato il progetto TESORO da parte delle professoresse Lucrezia Crescenzi e Anna Pérez-Quintana dell’Università di Vic e del professore Williams Contreras Higuera dell’Università di Barcellona.
L’indagine, costituita da interviste e questionari, parte dai dati del “Termometro D.i.Re. – Donne in Rete contro la Violenza” (Sdau e Pisanu 2019), secondo cui in Spagna il 12% delle donne di età superiore ai 15 anni ha subito violenza economica da parte del partner o dell’ex partner nel corso della propria vita, mentre in Italia molte donne vittime di violenza psicologica (79%), e/o fisica (61%), sono anche vittime di violenza economica (34%).
Dai primi risultati emersi dalla ricerca prevale l’idea secondo cui sia uomini che donne sostengono che sono gli uomini ad essere più preparati sui conti bancari, gli investimenti, le tasse e le spese riguardanti la casa. Le donne, invece, sostengono di avere competenze maggiori rispetto alle spese quotidiane.
Inoltre, inizialmente i dati dimostravano che gli uomini fossero più dipendenti delle donne, tuttavia, poiché molte donne hanno preferito non rispondere poiché non aventi conoscenze rispetto alcune questioni economiche, sono state rivalutate le risposte ed è emerso che le donne sono più dipendenti degli uomini.
Valutando anche la dimensione della vulnerabilità, le donne risultano più propense a trovarsi in situazioni di vulnerabilità economica e ad essere quindi più dipendenti dal partner. Le situazioni di violenza economica affrontate dalle donne includono la difficoltà di accedere al mercato del lavoro e il vivere isolate dalla loro famiglia e amici. L’impedimento di proseguire gli studi, inoltre, le porta ad avere un accesso limitato ad una formazione lavorativa precaria.
Successivamente si è tenuta una tavola rotonda sul tema “Gender equality policies and economic violence”, moderata dalla professoressa Mihaela Gavrila dell’Università La Sapienza, durate la quale sono intervenuti: Giovanni Aliquò, dirigente della Polizia di Stato; la professoressa Flaminia Saccà, docente del corso di laurea magistrale “Gender Studies: culture e politiche per i media e la comunicazione” dedicata agli studi di genere dell’Università La Sapienza; Paola Soccorso, Consigliera presso Ufficio Studi Economici CONSOB; Laura Terracciano, avvocata.
Verso la fase conclusiva della conferenza tutti i relatori che hanno preso parte alla tavola rotonda hanno avanzato delle proposte di prevenzione per contrastare il fenomeno della violenza economica. Tra le proposte più significative, l’avvocata Laura Terraciano ha evidenziato l’importanza di monitorare le finanze, di non delegare la totale gestione delle finanze al partner, della condivisione di tutte le scelte, di controllare le entrate e le uscite, di aprire un conto corrente invidiale per far confluire il proprio stipendio e uno comune con firme disgiunte per far confluire importi per i fabbisogni della famiglia, di non contrarre debiti importanti, di non firmare documenti alla cieca e di conservare copie dei documenti.
Inoltre, come sostenuto dalla consigliera Paola Soccorso, è fondamentale un’educazione finanziaria che, affiancata ad altri strumenti, permetta alle donne di riconquistare la propria autonomia e rafforzare la percezione di indipendenza e l’efficacia propria della donna.
Tutte le violenze si fondano sull’assenza di consenso. Stupro, violenza fisica, violenza economica. Dove non c’è consenso e non c’è condivisione, c’è violenza.
Eurosia Padula
(Foto e interviste di Cristina Accardi)