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Il “pathway impact” nella Terza Missione

Nel quinto e ultimo appuntamento del Ciclo di incontri “Pillole di Terza Missione” del 19 ottobre, la dott.ssa Alessia Melasecche Germini, amministratrice delegata di Meta Group, e il dott. Antonello Fiorucci, senior expert e project manager presso Meta Group, hanno esposto le strategie e gli strumenti per la pianificazione del “pathway impact” nell’ambito della Terza Missione.

In primo luogo, il dott. Fiorucci ha esordito affermando che nella Terza Missione l’Università La Sapienza si prefigge tre obiettivi principali: promuovere la crescita economica e sociale del territorio; favorire l’applicazione, la divulgazione e il trasferimento delle conoscenze, dei saperi e delle tecnologie; ottenere benefici sociali, culturali e economici attraverso strumenti specifici.

Il dott. Fiorucci ha proseguito definendo l’impatto come risultato di un processo logico che parte da un problema e arriva, attraverso lo sviluppo di un progetto, a un’output (soluzione). Con  un’attività di valorizzazione di ciò che è stato effettuato, si costruiscono gli outcomes del progetto, arriva infine a valutare il cambiamento, l’efficacia e la replicabilità del progetto (impatto).

Questo processo nella crescita economica e sociale del territorio (primo obiettivo) consiste nel’individuazione di un problema e di coloro che ne sono affetti (che si dividono in adopters e early adopters, i primi sono coloro che investono sul progetto mentre i secondi rappresentano un gruppo più ristretto che permette di arrivare al meglio all’output desiderato) e porta a delle soluzioni alternative che giovano agli user e ai beneficiary, i quali usufruiscono e beneficiano della soluzione del progetto.

Il dott. Fiorucci si è soffermato poi sul secondo obiettivo: in particolare, l’applicazione delle soluzioni si può ottenere attraverso lo sviluppo e la produzione di un processo o la creazione di un servizio, la divulgazione dei saperi attraverso l’uso di mezzi adeguati come le pubblicazioni scientifiche, e infine il trasferimento delle conoscenze attraverso la diffusione di informazioni nella società mostrando le attività svolte.

Per quanto riguarda il terzo obiettivo, il dott. Fiorucci ha affermato che l’ottenimento di benefici sociali, culturali e economici è possibile grazie allo sviluppo della soluzione maggiormente competitiva rispetto alle altre esistenti, allo sviluppo di canali specifici sviluppati a livello territoriale per garantire la soluzione e grazie agli outcomes, che sono degli strumenti di valutazione a larga scala per misurare l’efficacia e la diffusione della soluzione, dunque l’impatto della stessa.

La dott.ssa Alessia Melasecche Germini, riprendendo il concetto di indicatori, ha osservato come questi sono spesso semplicistici e si riferiscono a output o outcome (ossia a risultati a breve o medio termine) e come poche volte la tempistica di verifica sia veramente contestualizzata.

La dott.ssa Germini ha poi analizzato in modo dettagliato il timing del progetto, affermando che la pianificazione avviene prima, durante e dopo la chiusura del progetto stesso, attraverso l’osservazione dei feedback dei destinatari del progetto e attraverso la Problem interview, che consiste nell’intervista basata su domande neutre; in seguito attraverso il criterio di causa-effetto si esaminano gli effetti dell’impatto, si analizza la differenza dell’intervento effettuato rispetto ad altri nello stesso contesto, si osservano gli elementi grazie ai quali l’intervento ha prodotto un certo effetto e successivamente si analizza la replicabilità del progetto in altri contesti. Infine, fornisce il cosiddetto “impact canvas”, uno strumento che permette di correlare e riassumere in una sola pagina i vari processi che costituiscono il “pathway impact”.