È stato presentato ieri a Roma nella sede di SCENA (Spazio Cinema, Eventi e Nuove Arti) “Il ragazzo delle api”, il nuovo libro di Piero Gaffuri, edito da Castelvecchi. Il dibattito, accompagnato dalla presenza al centro del palco di api e barattoli di miele, è stato moderato da Marino Sinibaldi, presidente del Centro per il Libro e la Lettura.
Sinibaldi ha definito la scrittura di Gaffuri “naturista”, in quanto mette al centro la natura, troppo spesso trascurata dalla letteratura. Gli elementi della natura, secondo Sinibaldi, vengono descritti da Gaffuri con attenzione e amore. L’ex direttore di Rai Radio Tre ha poi messo in evidenza altri due aspetti salienti del libro: il rapporto tra le generazioni e il tema della scelta.
Proprio sull’importanza delle scelte fatte in determinati momenti della vita e che possono essere decisive per il futuro si incentrato l’intervento di Raimondo Orsini, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile. Orsini, che ha definito il libro “molto adatto a diventare un film”, ha visto ne “Il ragazzo delle api” l’ecologia come link tra passato, presente e futuro.
Marco Castellazzi, biologo e divulgatore (anche se lui preferisce “comunicatore”) ha affermato che, nonostante si ricorra spesso ad espressioni come “difendere la natura” o “salvare il pianeta”, la Terra si difende da sola. Secondo Castellazzi, è vero che l’uomo sta mutando il mondo, ma il 99,9% delle specie che hanno calcato il pianeta si sono estinte e alla natura poco importa se anche l’uomo si estinguerà: “difendere il pianeta”, quindi, significa “difendere noi stessi”, difendere le condizioni in cui l’uomo può vivere; altrimenti, senza l’uomo, la Terra andrebbe avanti lo stesso con un equilibrio diverso. Il biologo ha parlato di “un gesto d’amore” di Gaffuri nei confronti delle nuove generazioni, che provano rabbia perché sentono che gli adulti gli stanno rubando il futuro.
L’autore ha spiegato che l’obiettivo del libro è lanciare un messaggio e manifestare l’importanza della natura e ha svelato che è stato ispirato dal figlio, che ha deciso di fare l’apicoltore. Gaffuri ha descritto come “un mondo misterioso” quello delle api.
Presente all’incontro anche l’apicoltore Antonio D’Agostino, che ha raccontato commosso il suo amore per le api, spiegando che il 70% di quello che consumiamo lo dobbiamo a questi insetti. L’apicoltore ha poi esortato a sensibilizzare ed educare i ragazzi al rispetto del territorio e dell’ecosistema.
Infine, Gianluca Capanna, presidente dell’associazione Le api nel cuore, ha affermato che decidere oggi di fare l’apicoltore è un “atto di coraggio” e che senza gli apicoltori le api avrebbero oggi molte difficoltà per sopravvivere: la loro estinzione sarebbe “un problema economico, sociale e politico”.
Andrea Pranovi