Venerdì 11 novembre, presso l’Aula Taurini del CNR-IRCRES (Istituto di Ricerca sulla Crescita Economica Sostenibile), si è tenuto il seminario di apertura della sesta edizione della Settimana della Sociologia, dal titolo “Dal Covid al PNRR: quale ruolo per la Sociologia”.
Al centro del seminario sono state le trasformazioni delle professioni e del mercato dei servizi, per riflettere sul contributo che la sociologia può fornire in seguito ai mutamenti in atto nel Paese. Si è posta molta attenzione sulle competenze sociologiche e sul ruolo che esse possono giocare nella alla definizione e nell’evoluzione di profili professionali necessari a fronteggiare i cambiamenti che la società sta attraversando.
Dopo i saluti istituzionali del prof. Lucio d’Alessandro, vicepresidente del CNR, e l’introduzione del prof. Carlo Pennisi, presidente del CIDAS (Conferenza Italiana dei Dipartimenti di Area Sociologica), è intervenuto il dott. Alberto Tabacchi, direttore generale della Segreteria Tecnica del PNRR, che si è incentrato sulle sfide per le amministrazioni pubbliche poste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
La direttrice del Research Institute on Sustainable Economic Growth del CNR Emanuela Reale ha parlato di come dopo la pandemia sia più urgente la necessità di cambiamento verso forme di sviluppo economico e sociale sostenibile, in quanto lo shock provocato dal Covid 19 ha avviato processi, come la disoccupazione, il cambiamento organizzativo nelle istituzioni educative e nel mondo del lavoro, che hanno bisogno di capacità di resilienza economica e sociale per far si che si riprendano. Secondo la dott.ssa Reale, la sfida principale viene dai cambiamenti che emergono nella società, nella cultura e nella tecnologia attraverso: l’accelerazione del cambiamento, la globalizzazione del cambiamento e la complessità degli eventi. Bisogna accrescere il proprio sapere sociologico educando professionisti ad essere consapevoli della rilevanza della ricerca sociale per gestire la transizione verso nuove idee, valori e comportamenti durante le trasformazioni economiche e ambientali.
Il seminario è proseguito con la relazione della dott.ssa Cristina Freguja, director for Social statistics and welfare dell’ISTAT, la quale ha mostrato come in Italia la percentuale di giovani dai 15 ai 29 anni che non ha un’occupazione e non è inserita in un percorso di istruzione (NEET – Neither in Employment nor in Education and Training) è pari al 23,1% ed è 10 volte superiore a quella europea, che è del 13,1%. La quota dei laureati diminuisce a causa degli alti tassi d’abbandono agli studi, che sono maggiori nei primi due anni e che aumentano sommandosi a quelli che avvengono negli anni successivi. Inoltre, è stato riscontrato che tra gli studenti con diplomi tecnici e professionali la percentuale di abbandono è tra il 35% e il 43%. Più di un terzo dei laureati che hanno un’occupazione non utilizzano le competenze adottate con il titolo di studio, in quanto non è richiesto dalla professione. I laureati in scienze sociali sono il 7% dei laureati totali, con un tasso di occupazione del 77,8%, inferiore rispetto alle lauree scientifiche, ma leggermente al di sopra di quelle umanistiche.
Dopo l’intervento di Maria Grazia Mereu, responsabile del Gruppo di ricerca Professioni dell’INAPP, dal titolo “Competenze sociologiche e Welfare: scenario 2030”. il prof. Gabriele Tomei e la dott.ssa Pina De Angelis del Direttivo dell’Associazione Italiana di Valutazione, hanno concluso il seminario spiegando come raggiungere la professione del valutatore, che in Italia viene esercitata in età più adulta rispetto agli altri stati.
La sesta edizione della Settimana della Sociologia proseguirà fino al prossimo 18 novembre con una serie di eventi in programma su tutto il territorio nazionale. Il calendario completo degli appuntamenti è consultabile sul sito web ufficiale della manifestazione.