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Presentato all’Auditorium Parco della Musica il nuovo libro di Goffredo Bettini

Presentato all’Auditorium Parco della Musica di Roma, nella Sala Petrassi, l’ottavo libro di Goffredo Bettini, A sinistra. Da capo (clicca qui per seguire l’evento in differita). Presieduto da Antonella Melito – membro del PD -, sono intervenuti nell’incontro – in ordine di intervento – la direttrice del Quotidiano Nazionale Agnese Pini, lo storico Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, Norma Rangeri, direttrice del Manifesto, Giuseppe Conte – leader del M5S -, Andrea Orlando – membro fondatore del Partito Democratico -, che ha curato la postfazione del libro, e l’autore stesso, che alla fine dell’evento si è intrattenuto nella sala gremita per firmare le copie. Il libro è già primo nella categoria dei libri politici venduti da Amazon.

Il libro, definito da Orlando “un diario e un romanzo”, analizza le ragioni storiche della sconfitta di una Sinistra che non c’è più, che Bettini definisce spezzettata, in varie forme, e si interroga sul suo futuro, sul ritrovamento di senso, di vocazione e dei valori profondi del PD – dice Agnese Pini. Non mancano autocritica – Bettini è tesserato al PD sin dalla giovanissima età e da sempre è molto attivo nel panorama politico italiano -, opinioni scomode, retroscena e proposte concrete che, a detta dell’autore, possono essere interpretate nel prossimo Congresso – quello che servirà ad eleggere il nuovo Segretario dopo le dimissioni di Letta, ndr -, e “se non ci sarà nessuno (ad appoggiarle, ndr) resterà una battaglia ideale”.

Bettini, che crede il PD come principale forza della Sinistra italiana, si augura nel libro la rinascita del partito, che deve partire da socialismo e cristianesimo, e che deve tornare ad incarnare i suoi principi costitutivi: il libro edito da Paper First consta di trentaquattro capitoli e si sofferma su diverse vicende della storia che va dal Pci al PD, definite da Riccardi “sicure, sintetiche profonde”, che sottolineano come “abbiamo dentro una lunga storia che ci preme, senza saperlo”.

L’incontro è una vivace occasione per un dibattito politico che sfocia nella vita e nelle passioni, perché, per dirla ancora con la Melito, “c’è voglia di Sinistra”; Norma Rangeri cita il fondatore del Manifesto, Luigi Pintor, quando dice che la Sinistra “è Sinistra non perché deve vincere domani, ma perché deve operare ogni giorno e invadere il campo, reinventare la vita ogni giorno in un’epoca che ce la sta privando. Deve essere pervasa da quel sentimento tenace che va prima delle idee.

“Non ci sono indicazioni di tattica politica nel libro”, dice in apertura la Melito, “ma di un percorso strategico abbandonato che ci sostiene dal 1948, la nostra Costituzione, basata sulla sedimentazione e sull’incontro di valori cristiani, sociali e liberali, unica a prevedere in Europa al suo interno meccanismi di gioco democratico che disciplinano il conflitto sociale in un sistema definito di democrazia aperta, da praticare nella lotta politica”. La Sinistra e il Pd, in particolare, hanno abbandonato terreni di scontro sociale costituzionalmente previsti, e devono ritrovarsi da dentro – “la Sinistra deve cambiare genere e generazioni; non basta un passato o un presente di impegno politico di lotta nei territori per cambiare le sofferenze di milioni di persone”, sostiene la Rangeri – per puntare all’agognato riscatto, quello che vivamente si augura Goffredo Bettini, che afferma che questo periodo di apnea è voglia di vivere che batte prepotentemente per esprimersi, spesso schiacciata, offesa, scartata, non ascoltata.

Nel libro, una rivolta contro la senilità, un “volume che fa riflettere, ricco di storia, sensibilità, cultura, passione” – dice Conte -, si rivendica il diritto alla felicità, che ognuno deve permettersi di rivendicare; dai i figli della libertà e del rischio, germogli che rifiutano vecchi involucri ma esprimono nuove potenzialità, prende piede una nuova umanità che entra in scena, e deve diventare il riferimento per costruire un nuovo periodo di forza, per tornare a vivere in un rinnovato desiderio di visione di mondo e di società alleata all’idea di un nuovo umanesimo che deve guidare l’azione di governo, non prescindere da essa. Un messaggio chiaro se si acclude al monito dell’autore, ossia che per cambiare la Sinistra bisogna esserci dentro, “sporcarsi le mani”.