Quando pensiamo all’Europa ci può venire in mente un grande sogno incompiuto per le spinte nazionali dei singoli Paesi; i canali delle istituzioni e della politica sono così saturati e impediscono la salute di quello che dovrebbe essere un corpo unitario e coeso. Eppure, quel piano di comunione politica, che si manifesta a tutti come necessità storica proprio nelle crisi peggiori, continua a battere nelle generazioni più giovani come realtà quotidiana e trova, infatti, nella produzione culturale, di massa e di nicchia, un canale accogliente attraverso cui diffondersi e crescere. Anche quando ascoltiamo una della musica, anche se non ce ne rendiamo conto, possiamo essere testimoni di un passaggio di sensibilità; oggi la stessa presenza dell’Eurovision Song Contest segna la vittoria di quel progetto unitario nelle sensibilità individuali prima che nei parlamenti.
Il modo in cui il pubblico guarda a questa manifestazione cambia da Paese in Paese e il rapporto che intercorre tra i festival nazionali e quello europeo potrebbe testimoniare il peso della sensibilità europeista nei singoli popoli. Un caso molto interessante, a cui forse non viene dato troppo risalto, è quello sammarinese: il segretario di Stato della Repubblica, Federico Pedini Amati, afferma che il concorso di musica Una voce per San Marino ha l’obiettivo di trovare la miglior voce possibile per l’Eurovision Song Contest 2023 sotto la bandiera nazionale.
È incredibile che il palcoscenico europeo, oltre che essere visto come meta ultima, per la quale il festival nazionale è passo intermedio, appare come l’occasione per portare ad una platea assai più vasta la cultura del piccolo Stato. Un dettaglio ancora rilevante è la possibilità che viene data di candidarsi a chiunque senza limitazioni di cittadinanza e di scelta della lingua nell’interpretazione del brano presentato per il concorso. È probabile che le ridotte dimensioni del Paese abbiano portato, per avere una presenza rilevante, ad una posizione di completa apertura tale da presentare come ipotetico candidato sammarinese all’Eurovision qualcuno anche senza cittadinanza che abbia vinto il concorso Una voce per San Marino; questo ius soli della musica testimonia una coscienza matura e una grande volontà di integrazione non così comune altrove.
Venerdì 28 ottobre è iniziata la prima fase di casting per la seconda edizione. L’anno precedente vide trionfante il cantante italiano Achille Lauro con la sua canzone Stripper. Una prima edizione con vincitore un italiano e forse una seconda con qualcos’altro di nuovo. Il palco della piccola repubblica rappresenta oggi uno scenario culturale interessantissimo per la sua proiezione internazionale e apertura generale.
Il percorso è ormai iniziato, dalla giuria saranno selezionati 60 artisti per passare poi alla semifinale. Le semifinali saranno cinque e si svolgeranno a San Marino nel mese di Febbraio, coinvolgendo i 60 selezionati in fase di casting. Precisamente, saranno quattro più una di ripescaggio, nell’ambito della quale si svolgerà anche la semifinale riservata ai soli sammarinesi (in caso di band, la voce solista e la maggioranza degli artisti sia cittadino sammarinese). Saranno 20 gli artisti che accederanno alla fase successiva, mentre la semifinale sammarinese sarà composta al massimo da 12 artisti, con 4 posti per la finale.
Una voce per San Marino, come solo contest che permette, nel mondo, in unica categoria, a qualsiasi cittadino di ogni nazionalità e d’ogni lingua di partecipare, ci racconta di un’idea di cultura che travalica i soliti limiti e che, giorno dopo giorno, si presenta come strumento principale per il cambiamento.