Venerdì 2 dicembre è stato presentato il volume DIS/INTEGRATION curato da Alessandro Zuccari insieme all’artista Cesàr Meneghetti.
Il volume presenta alcune opere di artiste ed artisti con disabilità che operano nei Laboratori d’Arte della Comunità di Sant’Egidio di Roma. Le fotografie contenute nel libro sono tratte dalla mostra ospitata nel Rettorato della Sapienza svoltasi tra la fine di novembre 2021 e la fine di gennaio 2022.
L’evento è stato moderato dal Professor Alessandro Zuccari, Prorettore al Patrimonio artistico, storico, culturale della Sapienza e curatore della mostra DIS/INTEGRATION che ha dato vita al volume stesso. I saluti istituzionali sono stati affidati alla Rettrice Professoressa Antonella Polimeni, che, nel corso del suo intervento, ha evidenziato la centralità della tematica dell’inclusione per l’Ateneo.
Successivamente il Professore Fabio Lucidi, Prorettore alla Quarta Missione e ai rapporti con la comunità studentesca, ha sottolineato il valore del percorso artistico e delle opere che lasciano trasparire la sensibilità degli artisti che le hanno eseguite.
Un altro intervento è stato affidato a Filippo Ceccarelli scrittore e giornalista che parla del calore che le opere d’arte sono riuscite a trasmettere e ad essere esse stesse veicolo di inclusione.
Poco dopo è stato il turno della Professoressa Laura Iamurri, Ordinaria di Storia dell’arte contemporanea all’Università di Roma Tre, che si è concentrata sulla capacità deI Laboratori di S.Egidio di essere luoghi sperimentali del fare creativo.
Proprio il Laboratorio d’arte di Sant’Egidio in Ucraina è stato oggetto di un collegamento via streaming. Liudmila Kharchenko ha illustrato alcuni lavori degli artisti del laboratorio e ha sottolineato come quest’ultimo sia una forma di resistenza alla guerra.
Anche la giornalista e conduttrice televisiva Maria Cuffaro insiste sul fatto che l’arte sia uno spazio di libertà capace di abbattere muri e barriere.
Infine l’artista e cocuratore della mostra César Meneghetti collegato via streaming dal Brasile sottolinea come vi sia una vera e propria guerra culturale nei confronti di chi erge muri; pertanto è necessario combatterla non solo con l’arte ma anche con l’impegno politico e sociale.