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Da oggi ai Musei Capitolini la mostra sulla Roma repubblicana

Da oggi, venerdì 13 gennaio, è possibile visitare nei Musei Capitolini la mostra La Roma della Repubblica. Il racconto dell’archeologia, aperta al pubblico fino al 24 settembre a Palazzo Caffarelli. Il progetto, a cura di Isabella Damiani e Claudio Parisi Presicce e promosso da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con l’organizzazione Zètema Progetto Cultura, costituisce il secondo capitolo (dopo la mostra La Roma dei Re del 2018) del grande ciclo Il Racconto dell’Archeologia, basato principalmente sulle collezioni di proprietà comunale conservate nei magazzini e nei musei della Sovrintendenza. Sono raccontati, attraverso metodi di indagine tradizionali e tecniche innovative di ricostruzione, i caratteri e le trasformazioni della società romana nel corso di cinque secoli, dalla nascita della Repubblica alla creazione dell’Impero; proprio attraverso i contesti archeologici, infatti, si possono ricostruire gli aspetti salienti della società romana e le sue ricostruzioni.

“Il percorso espositivo”, si legge, “articolato in tre sezioni principali, è costituito da una ricca selezione di circa 1800 opere, tra cui manufatti in bronzo, pietra locale, in rari casi marmo, soprattutto terracotta e ceramica. Elemento di notevole impatto è il colore, restituito come proposta fondata sull’analisi delle terrecotte che un’attenta opera di ricomposizione consente di attribuire ad articolati moduli decorativi”. Solitamente quasi tutte le opere non sono esposte al pubblico, poiché si tratta di oggetti conservati nelle casse dell’Antiquarium, restaurati ed esibiti per la prima volta: spiccano opere conservate alla Centrale Montemartini, come l’urna in marmo dall’Esquilino, la piccola scultura di capro in bronzo da via Magenta e i resti di affresco della Tomba Arieti; dal museo del Campidoglio, proviene invece una selezione di ritratti di età tardo-repubblicana.

“La sezione quantitativamente più consistente dell’intero percorso”, si continua a leggere, “illustra i resti archeologici che testimoniano le fasi costruttive, le caratteristiche artigianali e il livello artistico degli edifici templari sul Campidoglio e nel Campo Marzio.

Di grande impatto, per la proposta ricostruttiva con i colori originari, sono le lastre di rivestimento di Largo Argentina databili tra la seconda metà del IV secolo a.C. e la metà del I secolo a.C.”. Esposti per la prima volta al pubblico sono i resti del deposito votivo anch’esso venuto in luce nello stesso periodo a Campo Verano, e quelli individuati negli anni Trenta del Novecento nel corso dello sbancamento della collina Velia e presso il Mitreo del Circo Massimo.  Un complesso di materiali, a lungo ignorato e finora noto solo attraverso singoli elementi di particolare livello artistico, è costituito dai resti di 11 figure in terracotta rinvenuti nell’Ottocento presso la via Latina.

Grazie a una lunga attività di studio, restituzione grafica, restauro integrativo dei frammenti originali con tecnologie di rilievo 3D, di scultura digitale e stampa 3D, è ora possibile proporre la Triade Capitolina, Giove, Giunone e Minerva, da ricollocare idealmente entro uno spazio frontonale. Si tratta di un altissimo esempio di coroplastica databile all’inizio del I secolo a.C.

L’ingresso è gratuito per i possessori di MIC Card.