In occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola di specializzazione in Beni archeologici della Sapienza, si è tenuta una Lectio Magistralis dal titolo “50 anni di Patrimonio Mondiale: successi, limiti e prospettive”.
La lezione è stata preceduta dai saluti istituzionali. Paolo Carafa, Prorettore Patrimonio Archeologico presso La Sapienza, ha sottolineato come la Scuola di Archeologia sia un modo per “prepararsi a rivestire nell’amministrazione statale un ruolo nella gestione del Patrimonio artistico o archeologico”.
In seguito, la Preside della Facoltà di Lettere e filosofia Arianna Punzi, ha evidenziato l’importanza del Patrimonio come strumento di cittadinanza e memoria della collettività.
Giorgio Piras, Direttore del Dipartimento di Scienze dell’Antichità, mette in rilievo il taglio professionalizzante della Scuola di Specializzazione.
Da ultimo Savino Di Lernia, Direttore della Scuola di Specializzazione in Beni Archeologici, ha sottolineato come la Scuola debba formare i propri allievi per far sì che vi sia una valorizzazione del Patrimonio culturale anche attraverso le nuove tecnologie.
La Lectio Magistralis è stata tenuta dall’architetto Francesco Bandarin, Direttore del World Heritage Centre dell’Unesco dal 2000 al 2010 e, sempre per l’Unesco, Direttore Generale per la Cultura dal 2010 al 2018.
Bandarin ha ripercorso la storia del patrimonio culturale del pianeta che ha portato nel 1972 a firmare la Convenzione del Patrimonio Mondiale. L’impegno degli stati che sono tra i firmatari del convegno è preservare il patrimonio artistico del pianeta. Oltre a ciò, si è anche ricordate come la gestione internazionale del Patrimonio sia spesso soggetta a crisi politiche e per questa ragione problematica e insidiosa.
Patrimonio è anche “sinonimo di narrazione”; pertanto Bandarin sottolinea come raccontarlo bene sia importante per coloro che si occupano di preservare i beni archeologici.
Infine l’architetto ha ricordato la distinzione, che caratterizza la Convenzione, tra Patrimonio Culturale e Patrimonio Naturale. Infatti tra le 1154 proprietà dell’Unesco 897 sono del patrimonio culturale ma solo 218 fanno parte di quello naturale mentre le restanti 39 sono di tipo misto. Tutti i siti sono distribuiti in ben 169 nazioni.
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