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Passeggeri della notte: il film di Mikhaël Hers

I passeggeri della notte è il settimo film, prodotto dal regista francese Mikhaël Hers, ed uscirà nelle sale il prossimo 13 Aprile. Rilasciato da Wanted Cinema, una casa di distribuzione dedicata al cinema indipendente di qualità, la quale predilige documentari capaci di far riflettere ed emozionare o storie di finzione legate alla realtà e con temi forti e importanti, per accaparrarsi il pubblico più attento ed esigente che vuole provare ad ogni visione la grande magia.
In anteprima, passeggeri della notte, è stato presentato al 72° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, dove ha gareggiato per l’Orso d’Oro. Inoltre, ha ricevuto il premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Valladolid e la candidatura ai César per la miglior colonna sonora.

Il cast è giovane e promettente, le protagoniste sono: Emmanuelle Béart e Charlotte Gainsbourg
Emmanuelle è nata il 14 agosto del 1963 a Saint-Tropez, è tra le più amate attrici francesi. È stata candidata 8 volte al Premio César e l’ha ottenuto nel 1987 come miglior attrice non protagonista nel film “Manon delle sorgenti”. Descritta come una donna dalla bellezza rara, sensibile e perfezionista. Ha ottenuto riconoscimenti ai Festival di Berlino e Venezia ed anche un David di Donatello. Tra le sue più incisive interpretazioni in film come La bella scontrosa (1991), Un cuore in inverno (1992), 8 donne e un mistero (2002), c’è anche l’incontro con Ettore Scola per Il viaggio di Capitan Fracassa (1990).
Charlotte Lucy Gainsbourg, è una delle attrici francesi più note e più richieste a livello internazionale, è nata a Londra il 21 luglio 1971. Figlia d’arte, suo padre fu un compositore, musicista, cantante e poeta francese Serge Gainsbourg, sua madre attrice e cantante inglese Jane Birkin. Charlotte ha da sempre respirato l’aria dell’arte e dello spettacolo. Charlotte ha debuttato prima nella musica e poi nel cinema. All’età di 13 anni, canta con il padre “Lemon Incest” e, successivamente, recitò nel film Amore e musica (1984) di Elie Chouraqui.
Due anni più tardi torna alla musica nell’album del padre “Charlotte Forever”, in diversi duetti con il (canzoni che andranno a far parte della colonna sonora di un dramma erotico diretto da Serge Gainsbourg: Charlotte forever -1986). Charlotte ha avuto successo anche in Italia, negli anni Novanta, ha lavorato con i fratelli Traviani, ma si è fatta apprezzare ancora di più per il personaggio di Jane Eyre, nel film diretto da Franco Zeffirelli.
Nel corso della sua carriera ha vinto due Premi César, un Prix d’interprétation féminine al Festival di Cannes, un Premio Bodil e un Premio Robert.

I passeggeri della notte, dallo ssfondo drammatico, è un’epopea familiare, che racconta minuziosamente tramite l’ ambientazione e i costumi il periodo degli anni 80, precisamente il 1981. Nella fotografia e nel montaggio del film si rinviene la stessa grana visiva e un linguaggio coerente con il periodo storico narrato.

Il film si apre con la notte della storica elezione di Mitterand. Si percepiscono i cittadini vogliosi di cambiamento, in questo quadro si inserisce la vicenda di una famiglia che va a pezzi, la madre quarantenne Elisabeth (interpretata da Charlotte Gainsbourg) raccoglie ciò che è rimasto del suo matrimonio, pensando a come mantenere sé stessa e i suoi due figli adolescenti. Dopo varie peripezie, riesce a trovare lavoro in una radio, dove si occupa di un programma di confidenze notturne condotto dalla carismatica Vanda (Emmanuelle Béart).
Intenta a riorganizzare la propria vita, con l’aiuto del padre e alle prese con le problematiche dei figli, Elisabeth incontra un’adolescente senza fissa dimora di nome Talulah (ragazza dal passato difficile) e la invita a casa, offrendole per la prima volta il calore di una famiglia. Da questo nuovo arrivo, scaturiranno nuovi ostacoli e gioie, che aprono lo spiraglio verso un equilibrio affettivo.

Il film è capace di suscitare sorrisi e lacrime, come solito nel cinema di Mikhaël Hers si hanno momenti emozionanti, nonostante si percepisce che il trauma esiste, a volte è grande e fa da motore alla storia. La sua narrazione parte dal suo modus operandi che riguarda l’affetto, la malinconia, i piccoli gesti. Racconta le cose semplici della famiglia, con una matrice psicologica e autobiografica condotta da Hers.