RadioSapienza

Il Futuro Ascoltalo QUI. La radio ufficiale della Sapienza

Corpo, mente e linguaggio: la lezione seminariale del Professor John E. Joseph all’Università di Roma La Sapienza

Nel pomeriggio di Giovedì 27 aprile, si è tenuta a Villa Mirafiori, presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università di Roma La Sapienza, la lezione seminariale condotta dal Professor John E. Joseph dal titolo “Corpo, mente e linguaggio”. L’incontro si inserisce all’interno del quadro delle attività del Seminario permanente di Filosofie del Linguaggio. Teoria e storia, che quest’anno è dedicato al tema Corpo e linguaggio: percorsi di (non) senso, organizzato dal Dottorato in Filosofia in collaborazione con il Laboratorio di Storia delle Idee Linguistiche (LabSil). L’evento, aperto al pubblico, ha avuto inizio alle 16:30 ed è stato introdotto dalla Professoressa Marina De Palo, docente di Filosofia del Linguaggio, che ha coordinato l’incontro, inizialmente presentando il Professor Joseph e introducendo il tema affrontato nel corso dell’evento, e successivamente moderando i dibattiti creatisi a seguito delle domande poste dai partecipanti.

Il Professor John E. Joseph, che insegna Linguistica Applicata alla University of Edinburgh, ha tenuto l’incontro in lingua italiana: è stato inizialmente sottolineato come egli ponga particolare attenzione al multilinguismo, e infatti proprio la lingua è stata protagonista formale oltre che contenutistica, soprattutto quando, al termine della lezione, il dibattito è stato portato avanti in uno switch linguistico tra italiano, inglese e francese.

Il seminario tenuto dal Professor Joseph riprende l’analisi che egli ha svolto all’interno del suo libro “Language, Mind and Body: A Conceptual History” (Cambridge University Press, 2017) ed ha ripercorso un itinerario storico che ha attraversato i pensieri di alcune delle più importanti figure della Storia della Filosofia che hanno offerto il proprio contributo riguardo il tema del corpo, della mente e del linguaggio: nel corso dei secoli le diverse teorie si sono susseguite (e contrastate) “come un pendolo che oscilla e che ancora ad oggi non smette di oscillare, pur se con più equilibrio”, ha dichiarato il professore.

L’intreccio tra corpo, mente e linguaggio ha mostrato i suoi punti di avvicinamento e allontanamento che si sono susseguiti nelle varie epoche. La lezione è partita infatti da un’analisi del pensiero di Aristotele (384 a.C.), discutendo la continuità tra espressioni umane e animali, passando ad Epicuro (341 a.C.), con l’affermazione che nell’esistenza di lingue diverse il linguaggio primordiale viene affinato di comune accordo. “Su un punto Epicuro contraddice Aristotele: quando afferma che emozioni e impressioni differiscono etnicamente, e così le lingue nella loro espressione, mettendo dunque in gioco la concezione di umanità comune”, ha commentato il professor Joseph. Si è in seguito analizzata la teoria di Papa Gregorio Magno (540 d.C.): dal pensiero che il linguaggio si concretizza tramite “l’organo della gola e il suono della voce, uscendo dalla porta della lingua”, sorge la domanda “come possono gli angeli parlare, giacché non hanno corpi?”, per arrivare alla conclusione che la natura spirituale non è composta da mente e corpo. Il corpo – ha spiegato il professore – che viene visto come un ostacolo in età medievale, viene poi reintrodotto a fine Medioevo con Tommaso D’Aquino (1225), nello studio dell’operazione intellettiva e del contrasto uomo-angelo. La spiegazione del docente ha proseguito con l’illustrazione del pensiero di Dante (1265) all’interno del suo De Vulgari Eloquentia, con il pensiero di Everardo il Tedesco (XIII secolo) nel suo Laborintus, e con il pensiero Lorenzo Valla (1407) e il neo-epicureismo. È stata sottolineata l’importanza dell’arrivo della stampa, la quale acconsentì ad una più ampia circolazione di testi scritti. A seguire, l’introduzione di Cartesio (1596) e la distinzione tra l’essenza intesa come cosa pensante e il corpo in sé, per proseguire con le Obiezioni alle Meditazioni di Cartesio di Pierre Gassendi (1592). E ancora Alexander Bain (1818) che relaziona l’intero discorso alla Teoria della Relatività, per poi continuare con il pensiero di Victor Egger (1848), Maurice Merleau-Ponty (1908) e infine terminare con la prospettiva biolinguistica di Noam Chomsky (1928).

Al termine della lezione seminariale, sono stati coinvolti anche gli auditori, che si sono dimostrati partecipativi, ponendo domande o esprimendo riflessioni personali sugli argomenti trattati durante l’incontro. L’interesse dei partecipanti e l’alto livello delle riflessioni da loro formulate non sono passati inosservati agli occhi del professor Joseph, come ha egli stesso non ha mancato di rimarcare quando è stato da noi intervistato insieme alla professoressa Marina De Palo: “it is really impressive how well everybody in the audience was well able to formulate the questions in a totally professional way” (è davvero impressionante quanto tutta l’audience abbia saputo formulare le domande in modo assolutamente professionale), dice il professore, attribuendo il merito anche alla bravura della loro insegnante; la professoressa De Palo aggiunge che i partecipanti “sono studenti avanzati e dottorandi motivati, sono persone appassionate a questi temi, dove si coniugano linguaggio e storia delle idee”. Abbiamo poi voluto domandare se il tema del linguaggio e della mente possa essere applicato ad un corpo nuovo, differente, come quello dell’intelligenza artificiale. Così risponde il professor Joseph ai microfoni di RadioSapienza: “my collegues are all confused, and we’re fearful, some are more optimistic, but we are not sure of what optimism can consist of”; i colleghi – afferma – sono confusi, perché non si sa bene su cosa dichiararsi ottimisti, trattandosi di strumenti che possono offrire un grande aiuto, utili ad esempio a codificare, ma visti allo stesso tempo con un certo scetticismo. La professoressa aggiunge che il tema dell’intelligenza artificiale non può essere affrontato senza approfondire il tema della lingua e senza sapere cosa è la creatività umana e linguistica, mettendo in rilievo come ci siano effettivamente diverse prospettive tramite cui analizzarlo. Quello del corpo – nota alla fine – è un tema importante anche in questo senso, basti pensare ad esempio anche alla voce sintetica, che viene creata a partire da campionamenti di voci naturali.

Allegati