Nelle giornate dell’8 settembre fino al 10 settembre la capitale economica d’Italia Milano sarà lo scenario della 10ª edizione della festa-festival “Il Tempo delle Donne“, organizzata dal Corriere della Sera e nata da un’idea del La27esimaOra. Durante le tre giornate, come da consuetudine, in Triennale si svolgeranno incontri, workshop, laboratori e si adibiranno spazi di condivisione dedicati a dialoghi, monologhi e opere teatrali. Tuttavia, nella Giornata della Parità – oggi 7 settembre – l’Università degli Studi di Milano – Statale è stata scelta per anticipare agli studenti e ai più curiosi l’iniziativa. Infatti, nelle aule professori, esperti, studiosi e professionisti di vari settori (economico, sociale, lavorativo, digitale) avvieranno dialoghi e dibattiti per discutere del tema di quest’anno, ossia la Libertà
Il Tempo delle donne del 2023 è a tema Libertà: dentro e fuori il Corriere della Sera
Il Tempo delle donne è un progetto che il Corriere di via Solferino porta avanti da dieci anni. Nello speciale dedicato all’evento uscito in edicola, insieme al quotidiano, la vicedirettrice vicaria Barbara Stefanelli esordisce spiegando che “in tempi di incertezza ci si illude di poter essere liberi in solitudine. E invece la libertà si definisce insieme nel confronto“. Dunque, dopo anni in cui i pensieri collettivi sono stati invasi prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina, ma anche da vari movimenti tumultuosi – non nuovi nell’agenda dei media – come quelli in Iran, Tunisia e Siria, l’obiettivo è quello di riflettere e snocciolare il concetto di “libertà, nell’interpretazione delle «libertà solidali»“.
Il pluralismo delle libertà è un concetto che viene volutamente ripreso dalle parole dell’ex direttore Luigi Albertini, utilizzate in occasione del suo Commiato dal Corriere nel 1925, che in questi dieci anni Il Tempo delle donne ha cercato di vertere in diverse sfaccettature e analizzare tramite una moltitudine di sfumature. Infatti, come afferma Stefanelli “dal 2013 abbiamo affrontato ogni tema (maternità, sesso & amore, forza, impatto, felicità, lavoro…) partendo da una consapevolezza: che le libertà individuali e collettive devono cercare un equilibrio per permetterci di affrontare con fiducia qualunque passaggio della vita. Per questo, in una stagione di crisi economica e contrapposizioni, ci sembrava giusto ripartire dai fondamentali. Al Tempo delle Donne ci scambieremo storie, idee, azioni per creare possibilità e fare comunità.”
Lo scopo, dunque, non è quello di “impartire delle lezioni fredde”, ma si ha “il desiderio di incrociare le idee e le azioni possibili diventando artefici del proprio destino”. Per queste ragioni il concetto di libertà viene declinato in scelta, poiché per essere liberi è bene non essere schiacciati da strutture precostruite, ha sottolineato Stefanelli.
Il trait d’union tra il Corriere e l’Università degli Studi di Milano – Statale risiede nel prospettare nell’educazione e nella sensibilizzazione condivisa e strutturata la chiave del successo per poter innescare un pensiero critico nelle giovani menti, cercando di attutire fenomeni sociali a volte di forte impatto, come le violenze di genere, tramite il confronto e la stimolazione del dibattito.
Proprio per le violenze di genere la Statale ha istituito l’Osservatorio Violenze sulle Donne col quale – in collaborazione con il Tribunale di Milano e alcune associazioni come Casa di Accoglienza delle Donne maltrattate – mappa e analizza non soltanto il fenomeno delle violenze di genere contro le donne, ma cerca anche di chiarificare le ragioni che permettono ancor’oggi la presenza incessante di tale fenomeno e le ragioni per cui i soggetti coinvolti sono sempre più i giovani dai 18 ai 25 anni.
Una delle risposte che emerge dalla riflessione Fabio Roia, presidente vicario del Tribunale di Milano e co-fondatore dell’Osservatorio, che l’aumento della presenza giovanile nei casi di cronaca sia dovuta da un lato al perpetuarsi dell’educazione di stampo patriarcale ed egemonico maschile nel tessuto sociale e familiare; dall’altro a politiche e pratiche preventive e di sensibilizzazione disfunzionali tanto da non riuscire ad attecchire nella società, trovando addirittura nei social una forma predatoria.
Per tutte queste ragioni, credendo fortemente alla visione gaberniana della libertà, il Tempo delle donne vuole stimolare la partecipazione dei cittadini, poiché in essa risiede anche la forma più pura di democrazia e di libertà. Infatti, è necessario “moltiplicare gli spazi”, presentando uno “spazio di genere” in cui si possa misurare e coinvolgere qualsiasi genere poiché le pari opportunità possono sussistere se vi è equità, considerando l’internsezionalità delle discriminazioni e disuguaglianze.
Foto e interviste a cura di Cristina Accardi