RadioSapienza e Cinemonitor alla Festa di Roma con Alice nella Città
Dal 24 settembre al 29 ottobre 2023 si è tenuta “La Mostra dei Film DreamWorks: Sogni, Magia e Avventure” presso L’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone di Roma.
La mostra, organizzata da Universal Pictures International Italy in collaborazione con il team di Art Ludique-Le Musée e DreamWorks Animation, è Cultural Partner di Alice nella Città e della Festa del Cinema di Roma ed è stata realizzata con il patrocinio del Comune di Roma Assessorato ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda.
L’esposizione ripercorre la storia del glorioso studio di animazione attraverso la raccolta e l’esposizione di più di 300 opere selezionate tra le più straordinarie e rappresentative attraverso la collaborazione tra il team del museo Art Ludique e gli artisti del prestigioso studio d’animazione.
Per capire come si è arrivati al grandissimo successo di veri e propri capolavori dello studio come “Il principe d’Egitto” e le saghe di “Shrek”, “Dragon Trainer” e “Kung Fu Panda”, solo per citarne alcuni, bisogna tornare al 1989, quando Frank Wells, presidente di Disney (che in quel periodo stava producendo film basati su fiabe come “La sirenetta”, “La bella e la bestia” e “Aladdin”) morì a causa di un incidente in elicottero. La fragile piramide, di cui era la punta e che fino a quel momento era rimasta in equilibrio grazie a lui, si sgretolò quando l’amministratore delegato Michael Eisner si autoproclamò nuovo presidente della compagnia, licenziando il produttore e junior partner Jeffrey Katzenberg (con cui aveva divergenze da sempre) e lo tolse dai titoli di coda del film in uscita, a cui aveva lavorato, “Il Re Leone”.
Per vendicarsi, Katzenberg, non solo fece causa alla Disney per 90 milioni di dollari, vincendola e ottenendo il triplo, ma rubò anche tre progetti a cui lo studio stava lavorando.
Il 12 ottobre del 1994 nacque la Dreamworks SKG (oggi Dreamworks Pictures) per volontà di Jeffrey Katzenberg, Steven Spielberg (regista di successo che stava leggendo alcuni libri su cui intendeva realizzare film d’animazione: “Shrek” e “Harry Potter”, che poi non si realizzò) e David Geffen (produttore cinematografico e musicale nonché uno degli uomini più ricchi del mondo).
Quando il nuovo studio Pixar Animation Studios pubblicò “Toy Story” (dimostrando al mondo che realizzare un film al computer era possibile) e la Disney annunciò l’uscita di “A Bug’s Life”, la Dreamworks bruciò sul tempo lo studio rivale producendo e facendo uscire in sala “Z la formica”, la storia di una formica che, proprio come nel film Disney, è stanca della sua vita e cerca di cambiare il suo status quo.
Solo due mesi dopo uscì al cinema “Il principe d’Egitto”, a cui lavorarono tutti gli animatori licenziati dalla Disney. Il film, per cui lo studio d’animazione impiegò il più alto budget mai speso per un film d’animazione per adulti fino a quel momento, ebbe un grandissimo successo e riuscì a portare sullo schermo situazioni che non si sarebbero mai viste in un film Disney, come il protagonista che uccide un uomo, rimanendo impunito.
Dopo il flop di “La strada per Eldorado” e alla ricerca di idee per realizzare una saga di film, si iniziò a lavorare sull’idea di Spielberg, che voleva realizzare un film basato su un libro, da lui appena letto, che narrava la storia di un orco, ma non ci lavorò direttamente lui perché era impegnato con le riprese di “Jurassic Park”.
Il risultato finale fu un film divertente e in perfetto stile Disney, ma contemporaneamente un’aspra e feroce critica ad esso. A partire dalla storia di un orco che salva la principessa, per passare dalla città di Duloc, luogo apparentemente perfetto ma gestito da un uomo piccolo e con la sindrome di Napoleone chiamato Lord Farquaad (che ricordano non poco la Disney e il suo presidente Michael Eisner), fino all’inversione dei ruoli e alla riflessione e alla critica delle dicotomie bello/buono e brutto/cattivo. Dopo Shrek nessuno poté più usare il solito vecchio schema narrativo targato Disney senza rischiare un fallimento.
Il successo dei film Dreamworks era ormai sotto gli occhi di tutti e venne certificato dal Premio Oscar come Miglior Film di Animazione vinto proprio da Shrek nel 2002 (prima volta di un film non Disney).
Lo studio non ha mai smesso di sfornare capolavori infatti negli anni seguenti sono usciti lungometraggi che hanno intrattenuto generazioni, diventando saghe di successo come quelle di “Shrek”, “Madagascar”, “Kung Fu Panda”, “Dragon Trainer”, “I Croods”, “Baby Boss”, “Il Gatto con gli stivali” e “Trolls” (di cui il terzo capitolo è stato presentato in anteprima alla 18a Festa del Cinema di Roma).
Paolo Santoro