Nella giornata del 18 gennaio 2024, presso l’Aula Magna della Facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza, si è tenuto il convegno internazionale dal titolo FAMIGLIE E PROCREAZIONE MEDICALMENTE ASSISTITA: CAMBIANO I TEMPI, CAMBIANO NEL TEMPO.
L’intervento si è aperto con i saluti della Magnifica Rettrice della Sapienza, Antonella Polimeni, che ha sottolineato l’importanza del trattare e fare ricerca su queste tematiche, così da rimanere sempre a passo con i mutamenti della società, nonostante le diverse barriere ideologiche che spesso si incontrano. Ma, citando le parole della Magnifica Rettrice, “è qui che noi, come università, dobbiamo studiare le cause e gli effetti di questi fenomeni per produrre strumenti efficaci attraverso cui la società potrà attingere ad informazioni fondate.”
Dopo la conclusione dei saluti e la presentazione dei diversi ospiti, il convegno inizia ufficialmente con il Prof. Vittorio Lingiardi e la sua presentazione del PRIN (Progetto di Rilevante Interesse Nazionale), da lui stesso seguito, svolto nel 2017 da tre gruppi di ricerca in diverse università di tre città diverse: Roma, Padova, Trento. L’oggetto di ricerca sono state diverse coppie omosessuali che hanno sfruttato la risorsa della procreazione medicalmente assistita per dare al mondo dei figli.In particolare l’unità di sapienza si è occupata di studiare due aree: quella dell’attaccamento e quella del parenting e del benessere psicologico.
Non a caso, infatti gli obiettivi della ricerca sono stati:
- lo studio della qualità relazione genitore-figli
- l’approfondimento della trasmissione intergenerazionale dell’attaccamento
- la ricerca sui correlati neurobiologici e neurofisiologici della relazione genitore-figli
Come già detto, la ricerca ha coinvolto intere e decine di famiglie arcobaleno, dando voce sia ai genitori che ai bambini (fascia d’età compresa tra i 6 e i 12 anni) nati con donazione di seme, surrogazione e donazione di semi o ovociti. Nello svolgere la ricerca, tanti e diversi sono stati gli strumenti utilizzati: interviste online con i bambini. questionari (specialmente con gli adulti) ecc…
I risultati della ricerca sono in linea con la letteratura precedente e, riassumendo, è venuto fuori che per un sano sviluppo psicologico di figlie e figli, i processi familiari e i fattori contestuali contano più della struttura della famiglia.
Tra i successi ospiti, si è avuto l’onore di ascoltare le parole della Prof.ssa Henny M. W. Bos, docente presso la University of Amsterdam, la quale ha raccontato come, nel corso degli ultimi 40 anni, la ricerca su queste tematiche sia progredita e abbia permesso la scoperta e la definizione di diverse tipologie di famiglie: lesbian families, multiple parent families o, addirittura di famiglie composte solo dalla madre e dal bambino (single motherhood).Inoltre ha anche raccontato di come la scelta di sfruttare le modalità di procreazione assistita assicuri ai bambini dei genitori molto più convinti della propria scelta e consape
voli delle responsabilità a cui vanno incontro, a differenza invece di genitori eterosessuali che, potendo procreare naturalmente, fanno questo passo con molta più facilità.
Infine, tra le slide che la Prof.ssa Bos, è stata presentata più e più volte la scritta: Kids are all right. Con questa ricorrente scritta, ha voluto sottolineare il fatto che i bambini nati con procreazione assistita e cresciuti in famiglie diverse da quelle “tradizionali”, siano sani e psicologicamente stabili come tutti gli altri.
In allegato, una breve intervista alla Prof.ssa Bos!
A seguire, nel corso della mattinata, ci sono stati altri interventi di alcuni docenti di Sapienza e non solo. Riportiamo e rendiamo noto, ad esempio, il contributo della Prof.ssa Anna Maria Speranza, docente del nostro ateneo, che ha voluto anche lei sottolineare quanto la vita di un bambino sia determinata non dal tipo di famiglia in cui nasce e cresce, ma dalla qualità della genitorialità.
A tal proposito ha ritenuto necessario dare alla platea una definizione di genitorialità. Con questo termine, infatti, si definisce <<una funzione autonoma dell’essere umano, ha a che fare con il prendersi cura più che con il generare>>. Essa nasce durante l’infanzia di ognuno, quindi è un’esperienza che tutti fanno: non viene fuori nel momento in cui si generano figli.