Oggi, 23 Gennaio 2024, l’Università La Sapienza di Roma è stata il palcoscenico di un incontro straordinario, dove Sami Modiano, sopravvissuto ad Auschwitz-Birkenau, ha condiviso la sua testimonianza. A 93 anni, di fronte a una vasta platea, Modiano ha raccontato gli orrori dell’Olocausto, con l’intento di sensibilizzare sulle tragiche conseguenze e sulla cruciale necessità di prevenire che simili atrocità si ripetano. L’evento, organizzato in collaborazione con la Fondazione Museo della Shoah, ha coinvolto oltre 500mila studenti collegati in streaming da ogni parte d’Italia e 400 ragazzi presenti nell’Aula Magna del Rettorato, rappresentanti di 9 scuole di Roma e provincia.
Gli interventi di Antonella Polimeni e Mario Venezia
La rettrice dell’Università La Sapienza, Antonella Polimeni, ha inaugurato l’evento odierno con un discorso toccante e incisivo. Inizialmente omaggiando gli artisti dell’orchestra MuSa Classica per le loro esecuzioni musicali, ha poi evidenziato l’importanza dell’occasione e accolto con calore le scuole partecipanti da tutta Italia, sia fisicamente che in streaming, insieme alle istituzioni religiose e civili.
Successivamente, ha sottolineato il ruolo cruciale di Sami Modiano, straordinario testimone dell’Olocausto, elogiandolo per aver trasformato il proprio dolore in un potente messaggio di consapevolezza. La rettrice ha poi messo in luce l’impegno dell’Università nell’esercitare la memoria non solo come rituale, ma come contributo tangibile per costruire un futuro giusto, libero dagli errori del passato. Polimeni ha concluso il suo intervento esortando i giovani a essere costruttori di un mondo migliore, sottolineando la ferma condanna a ogni forma di violenza e l’impegno dell’ateneo nella costruzione di ponti, non di muri.
A seguire, il presidente della Fondazione Museo della Shoah, Mario Venezia, ha preso la parola, avviando il suo intervento con un sentito ringraziamento alla rettrice Antonella Polimeni per il costante contributo dell’Università La Sapienza alla fondazione. Ha espresso la sua gratitudine per la presenza di Sami Modiano, definendolo generoso nel condividere il proprio vissuto e lodando il suo coraggio nel ricordare e soffrire ogni volta. Rivolgendosi ai giovani, ha concluso ringraziandoli per la scelta di essere presenti, augurando loro di essere sempre liberi di scegliere tra il bene e il male.
Un dialogo con le nuove generazioni
Dopo i saluti introduttivi, l’evento ha preso vita con la testimonianza di Sami Modiano, affiancato da Umberto Gentiloni Silveri, professore ordinario di Storia Contemporanea presso La Sapienza di Roma, e Marco Caviglia, responsabile della didattica della Fondazione Museo della Shoah. La sua narrazione si è rivelata il fulcro dell’intero incontro, un’esperienza coinvolgente dove le domande degli studenti hanno agito come ponti temporali, consentendo alle nuove generazioni di immergersi nella storia.
Con il coraggio che solo chi ha attraversato orrori indicibili può possedere, Modiano ha condotto il pubblico nella sua infanzia a Rodi, condividendo dettagli personali sulla sua famiglia e il percorso scolastico. Ha rivelato un passato di felicità spezzato dall’espulsione nel 1938, segno delle crescenti tensioni nei confronti degli ebrei. Il racconto ha esplorato il cruciale periodo segnato dalle leggi antiebraiche del 1938, con una svolta critica nell’8 settembre 1943 e la tragedia della deportazione il 18 luglio 1944, il giorno del suo quattordicesimo compleanno.
La narrazione ha proseguito nel dettagliato resoconto del doloroso viaggio da Rodi ad Atene e poi ad Auschwitz-Birkenau. Descrivendo di condizioni disumane, di cadaveri gettati in mare senza alcun rispetto e dignità, Sami ha guidato il pubblico attraverso giorni angoscianti, culminando nella spietata separazione dai suoi cari nel campo di concentramento.
Modiano, dopo aver riflettuto più volte sul legame profondo che lo univa al padre e alla sorella, entrambi figure fondamentali della sua esistenza di cui ha confessato il rammarico per non averli conosciuti a fondo, ha narrato l’importante incontro con Pietro Terracina. Quest’amicizia, nata in un luogo segnato dalla morte, emerge come un capitolo significativo della sua storia, evidenziando la potenza delle relazioni umane persino nei contesti più oscuri e difficili.
La testimonianza di Sami ha raggiunto il suo culmine con il giuramento di “andare avanti fino a che Dio mi accompagnerà“, una ferma volontà di impedire che simili atrocità accadano di nuovo. La sua esperienza, oltre a essere un racconto di sopravvivenza, si è trasformata in un impegno tangibile per la memoria e la prevenzione. In questa trama intricata di vita, il pubblico ha intravisto non solo il peso dell’oscurità, ma anche la forza straordinaria della resilienza umana. Questo incontro rappresenta un’opportunità preziosa per ascoltare, imparare e non dimenticare.
Per rivivere l’intensa testimonianza di Sami Modiano è possibile accedere alla registrazione della diretta streaming sul canale YouTube dell’Università La Sapienza, intitolata “Giorno della Memoria 2024: la testimonianza di Sami Modiano“.