Nella giornata di ieri, martedì 23 gennaio 2024, presso l’aula II del Dipartimento di Filosofia dell’Università “La Sapienza” di Roma, si è tenuto il seminario “Il problema dell’errore nel Teeteto di Platone“. L’incontro è organizzato e presentato dalla docente di Storia della Filosofia Anna Lisa Schino che in apertura ringrazia e presenta il professor Francesco Verde.
Il seminario si inserisce all’interno di un più ampio programma del Dottorato di Ricerca in Filosofia dedicato al tema “Verità, Finzione e Intelligenza Artificiale“. Francesco Verde, professore di Storia della Filosofia Antica presso l’Università La Sapienza di Roma, si è occupato del “Teeteto di Platone”, concentrandosi in particolare sulla sezione in cui Platone affronta il problema dell’errore. Secondo Platone, ammettendo il concetto di conoscenza come assoluta, diventa estremamente difficile, se non impossibile, spiegare il cuore teorico dell’errore.
Teeteto è il dialogo di Platone in cui il filosofo Socrate e il giovane matematico Teeteto riflettono intorno alla domanda “che cos’è la conoscenza“ .
Platone, affronta il tema della conoscenza e critica l’idea secondo cui essa possa essere equiparata a una mera sensazione. Teeteto, segue la linea di pensiero di Protagora e degli eraclitei, sostenendo che la conoscenza sia soggettiva e si basi sulle sensazioni personali di ciascun individuo. Platone mette in luce un problema rispetto a questa convinzione del giovane: se la conoscenza fosse una sensazione, sarebbe tutto vero e totalmente soggettivo. Ogni persona percepisce il mondo in modo diverso, e anche riguardo agli stessi oggetti o eventi, le sensazioni valgono in modo differente per ciascun individuo. Inoltre, si definirebbe vero ciò che la maggioranza definisce tale. Platone, però, non condivide queste soluzioni.
Secondo il filosofo doveva esserci qualcosa di vero di per sé, qualcosa che non dipenda dal giudizio del singolo o dal giudizio della maggioranza. Per Platone la conoscenza va al di là delle sensazioni, considerandole piuttosto come un mezzo attraverso cui l’anima può conoscere il mondo. La conoscenza per Platone allora è un opinione vera. Ma che cos’è vero? Egli non fornisce una risposta diretta sulla natura della verità, ma indica ciò che per lui è falso: l’errore. L’errore, secondo Platone, è causato dalla labilità della memoria umana. E siccome noi usiamo la memoria per rievocare i ricordi, la quale è suscettibile di errori e distorsioni, allora possiamo incorrere in errori.
Dunque, Platone suggerisce che la conoscenza non è tanto una questione di sensazioni, ma implica un processo più complesso che va al di là delle percezioni immediate.
Il professor Verde ritiene che ritiene che questa parte centrale del Teeteto possa stimolare una riflessione profonda sull’Intelligenza Artificiale (IA). La domanda che dovremmo porci è che tipo di conoscenza l’Intelligenza Artificiale è in grado di veicolare. In altre parole, se si adotta una concezione assoluta di scienza, l’errore non c’è. Tuttavia, sappiamo che l’errore, anche se minimo, si verifica. Sappiamo che queste macchine commettono errori, e dal punto di vista platonico, ciò costituisce una prova dell’impossibilità di giustificare l’errore. Si potrebbe affermare che la macchina fornisce una forma di conoscenza che è erronea, ma essa stessa crede di offrire una conoscenza vera. Pertanto potremmo interrogarci su che tipo di conoscenza veicolano effettivamente queste macchine.