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“Autodistruttivo”: dipendenze giovanili e strategie di prevenzione

“La fortuna favorisce le menti preparate.”  (Louis Pasteur)

Queste poche parole, utilizzate in sede di evento, sintetizzano perfettamente l’obiettivo che l’incontro dal titolo “Dipendenze giovanili: dimensioni del fenomeno e strategie di prevenzione” si era posto, ovvero quello di riflettere sulla necessità di conoscere il complesso fenomeno delle dipendenze giovanili per riuscire a gestirlo e prevenirlo. 

L’evento, tenutosi lunedì 12 febbraio, alle ore 16.00, presso l’Aula magna Sante de Sanctis della Facoltà di Medicina e psicologia, è stato organizzato dall’associazione In unam sapientiam della Fondazione Roma Sapienza e ha visto la partecipazione di persone esperte di diverse discipline quali psicolog*, sociolog*, farmacolog*, tossicolog* e psichiatr*. 

Il tema delle dipendenze giovanili, e dunque della salute psico-fisica e del benessere della popolazione giovanile, rappresenta una questione di primaria importanza per la società e assume ulteriore rilevanza dal momento che i dati scientifici tracciano uno scenario preoccupante. Infatti, non soltanto si registra un aumento dell’incidenza del consumo di alcol e sostanze d’abuso tra i giovani, così come di altre forme di dipendenza comportamentale, ma anche l’anticipazione del primo consumo ad un’età sempre più precoce. Le conseguenze psicopatologiche di tale situazione  risultano pertanto impattanti anche su temi della sanità pubblica e della pubblica sicurezza.

L’incontro è stato suddiviso in 3 panel dedicati ai diversi interventi previsti. Il primo panel si è aperto con l’introduzione del tema a cura di Eugenio Gaudio, presidente di Fondazione Roma Sapienza. A seguire l’intervento  del Preside della Facoltà di Medicina e Psicologia Erino Angelo Rendina che si è servito dei classici per descrivere la condizione tipicamente giovanile di tensione verso un futuro incerto, ricordando la “ricetta della felicità” di Cicerone: <<vivi il tuo tempo, segui il tuo demone, conosci te stesso, espandi la tua vita con misura.>> Sulla via della riflessione ha proseguito Bruno Botta, Rettore Unitelma Sapienza, definendo l’indifferenza verso i problemi altrui come il fallimento della società. Nell’evitare tale indifferenza, secondo Cristina Limatola, Prorettrice per lo sport e benessere di Sapienza, lo sport riveste un ruolo fondamentale sia come strumento di contrasto e prevenzione, ma anche come momento di aggregazione e confronto. Nel suo intervento ha infatti insistito sullo sport quale elemento fondamentale nella gestione delle dipende giovanili e di come esso , citandola testualmente: <<possa offrire gli strumenti per leggere meglio la realtà che ci circonda.>> A conclusione della prima parte dell’evento, il coordinatore di In Unam Sapientiam Domenico Misiti, ha tenuto a ricordare l’impegno profuso dall’associazione nella diffusione della conoscenza di tematiche come quella delle dipendenze e nella messa a disposizione della competenza di professor* emerit* e in quiescenza.

Il secondo panel è stato dedicato a trattazioni del tema a partire da diverse prospettive disciplinari: farmacologica, psicologica, neurobiologica, psichiatrica e comportamentale. Ad aprire M. Caterina Grassi di In Unam Sapientiam, che in quanto farmacologa ha condiviso l’esigenza e lo sforzo di formare professionalità che possano aiutare a prevenire e curare le dipendenze, ricordando come proprio in Sapienza sia nato il primo centro precursore degli attuali Ser.D. Un elenco delle principali forme di dipendenze giovanili è stato fornito da Anna Oliverio Ferraris, tra cui alcol, fumo, gioco d’azzardo e tecnologie digitali. Ferdinando Nicoletti ha invece trattato da un punto di vista neurobiologico il disordine da sostanze d’abuso, spiegandone i meccanismi di addiction causati dal THC e le conseguenze dell’uso di cannabis per il sistema meso-limbico. Da un punto di vista clinico, lo psichiatra Giuseppe Bersani che si occupa di disturbi mentali da sostanze d’abuso, ha evidenziato l’esistenza di un nuovo quadro clinico delle persone che fanno uso di sostanze sintetiche del tutto sovrapponibile a quello della schizofrenia. Infine, l’intervento di Alessandro E. Vento del dipartimento di salute mentale dell’ ASL Roma 2, sebbene unico, si è focalizzato sulla necessità pregnante di una psico-educazione e di attività di formazione rivolte ai giovani, che spesso hanno informazioni incomplete, per rendere chiare le caratteristiche e gli effetti delle sostanze o dei comportamenti che possono diventare dipendenza.La terza parte dell’evento ha visto svolgersi una tavola rotonda in cui Mario Morcellini, Vincenzo D’Adamo, Chiara Raimondi, Antonio Bolognese, Marco Canevelli e Maurizio Barbieri hanno ulteriormente arricchito il dibattito.

Quello delle dipendenze giovanili è un fenomeno di complessa comprensione e in quanto tale è necessario prendere in considerazione tutte le diverse dimensioni che lo compongono. Una tra queste, è la sua dimensione sociale e culturale che lo rende, non un problema individuale, ma sistemico. Pertanto, lo strumento che forse meglio di tutti potrebbe aiutare a contrastare questo problema sociale rimane la formazione e l’educazione alla prevenzione.

Respirando ancora l’atmosfera di Sanremo, è ancora una volta una forma di cultura, come il testo della canzone “Autodistruttivo” di LA SAD, a suggerirci e trasmetterci quel sentimento che molti giovani, caduti in quella trappola che sono le dipendenze, provano: 

Prendo qualcosa se qualcosa non va

E vomito anchе l’anima

Per sentirmi vivo dentro ’sto casino

Affogo in una lacrima

Pеrché il mio destino è autodistruttivo