Nel pomeriggio di ieri, mercoledì 6 marzo, si è svolta la presentazione del volume “Realismo e antirealismo nelle scienze – Un percorso multidisciplinare“.
L’evento, tenutosi presso l’aula seminari di Villa Mirafiori, è stato organizzato in collaborazione con il Dipartimento di Filosofia e comunicazione dell’Università di Bologna e reso possibile grazie ai fondi del Progetto medio di Ateneo Sapienza 2022 “Natura, convenzione, istituzione: il caso della oikonomike techne“.
Il volume edito Carrocci è curato da Raffaella Campaner e Carlo Gabbani, presenti all’incontro, ed offre una panoramica multidisciplinare della questione inerente al realismo scientifico. La presentazione ha fornito da stimolo per la costituzione di una tavola rotonda in cui si è discusso di realismo e antirealismo, del rapporto tra le due correnti e dei punti di contatto con altre discipline che esulano dall’ambito strettamente fisico o filosofico.
L’evento è stato moderato da Fabio Sterpetti, assegnista di ricerca presso il Dipartimento di filosofia dell’Università di Roma La Sapienza.
L’EVENTO
In apertura hanno preso parola i curatori e le presentatrici del volume. Viola Schiaffonati, docente associata del Politecnico di Milano ha tenuto il primo intervento della giornata focalizzandosi sulla struttura portante del libro: il dibattito tra due movimenti da sempre in opposizione esplorato ponendo l’accento sulla pluralità di forme propria sia del realismo sia dell’antirealismo e sul passaggio dalla fisica come luogo di origine di questo dibattito alle altre scienze.
Su quest’ultimo aspetto si è soffermato anche il curatore dell’edizione Carlo Gabbani, autore di un brillante intervento in cui ha esposto gli obiettivi del volume nella rilettura dei valori e dei fini conoscitivi della scienza nonché nella definizione dell’impatto che un dibattito come quello del realismo/antirealismo può avere nelle diverse discipline: lo scopo primario di questo dibattito è quello di rispondere a un’esigenza che io chiamerei di comprensione che sta a dire che cosa dobbiamo chiedere e cosa può darci nei diversi ambiti una teoria scientifica. […] A me sembra che oggi abbia un significato di interesse molto generale specialmente perché può incidere, e credo che di fatto incida, sul modo in cui noi interpretiamo la cosiddetta immagine scientifica del mondo e su come noi possiamo pensare il rapporto tra immagine scientifica e immagine manifesta.
Gabbani si è detto poi soddisfatto di aver contribuito a realizzare un volume che non ha precedenti tanto nel panorama italiano quanto in quello internazionale nel tentativo di declinare il realismo in un arco così vasto di discipline. Al tempo stesso si prefigura come passaggio successivo quello di giungere ad una maggiore interazione tra le diverse competenze e discipline, elemento che fino ad ora è venuto meno in un ambiente di studio che predilige la ricerca altamente specialistica. (In calce all’articolo è possibile ascoltare un estratto di questo intervento del professor Gabbani).
Successivamente il dibattito si è spostato sul versante delle discipline medico-psicologiche con l’intervento di Sara Dellantonio, docente presso il dipartimento di Psicologia dell’Università di Trento, che cita Cristina Moretti, una delle autrici del volume. La ricercatrice si è interrogata in merito alla classificazione sistematica delle malattie che è alla base della medicina chiedendosi se essa descrivi categorie reali oppure rifletta costrutti umani basati sui nostri sistemi di valori ed interessi. Dellantonio ha evidenziato: “il realismo rappresenta l’idea per cui la malattia è un qualche tipo di disfunzione mentre invece la corrente antirealista del normativismo sostiene che la malattia esista perché noi esseri umani concordiamo nel valutare negativamente certe condizioni perché generano sofferenza, disabilità o sono indesiderabili“.
Mentre Moretti si è soffermata nella considerazione di malattie come il Covid 19 e il diabete, Dellantonio spiega che il dibattito può essere declinato in esempi più centrali e discussi come sordità e sindrome di down, ad oggi considerati dalla maggioranza della comunità scientifica come diversi stili cognitivi e non più malattie. Il tema ha inoltre una rilevanza soprattutto in ambito psichiatrico: le modifiche apportate nel corso del tempo al DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) sono la prova di quanto sia mutevole la nostra percezione della malattia. Si noti poi che nelle versioni più aggiornate è esplicitamente annoverato il ruolo della componente culturale e valoriale nella definizione di disturbo mentale, ad esempio della distinzione tra delirio e fanatismo religioso.
L’intervento della docente è stato ampiamente condiviso dall’altra curatrice del volume, Raffaella Campaner, che ha ampliato la tematica orientando il dibattito sul versante delle malattie rare.
La seconda ed ultima parte dell’evento ha visto la partecipazione di Maria Carla Galavotti dell’Università Alma Mater di Bologna che si è espressa in merito al dibattito sul realismo nell’ambito delle probabilità, e a Carlo Cellucci, professore emerito di Filosofia presso la Sapienza e noto per i suoi contributi nella ricerca nel campo della logica, dell’epistemologia e della metafisica.
Egli si è inserito nel dibattito ricordando come la prima distinzione tra realismo e antirealismo abbia avuto origine in campo matematico e fosse in prima analisi la contrapposizione tra platonismo e intuizionismo, cioè tra la convinzione che gli oggetti matematici abbiano un’esistenza indipendente da noi e che noi cerchiamo di affermarne le proprietà e la visione della matematica come di una costruzione mentale dove lo scopo della filosofia è spiegare come questa costruzione sia possibile. Il professore ha sottolineato come secoli di questo dibattito si siano rivelati infruttuosi vista l’apparente incapacità di entrambe le correnti di vedere gli elementi a sostegno della tesi avversa.
Infine il dibattito si è concluso con gli intervenuti dei docenti dell’Università Roma Tre Marco Viola e Matteo Morganti in merito alla compatibilità tra immagini derivate dal senso comune e l’immagine della fisica e sui dubbi posti in essere dai concetti di pluralismo e pluralità nell’ambito del realismo.
Di seguito l’estratto dell’intervento di Carlo Gabbani, curatore del volume: