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Fabrizio De André. La voce degli ultimi per la Ronda della Carità

Presentazione dell'evento a cura di Alberto Sperotto

Presentazione dell'evento a cura di Alberto Sperotto

Nella magica cornice del Teatro Romano della città di Verona, in data 16 e 17 giugno hanno avuto luogo due emozionanti serate in onore del venticinquesimo anniversario di morte dell’indimenticabile cantautore Fabrizio De André. Sono state, infatti, eseguite due opere unitarie, una per ogni serata: La Buona Novella nel primo giorno e Non al denaro non all’amore né al cielo il secondo. Protagonista degli eventi, però, è stata la Ronda della Carità, associazione di volontariato che ogni giorno aiuta le persone senza fissa dimora della città, in armonia con lo spirito umanitario del cantautore genovese.

Infatti, il ricavato degli eventi è stato destinato interamente alla Ronda, grazie ai numerosi sponsor che hanno consentito l’allestimento del cast artistico e al patrocinio del Comune.

La magica cornice del Teatro Romano
La magica cornice del Teatro Romano

La Buona Novella veronese

Il viaggio è partito dall’opera del 1970, in cui De André si è ispirato ai Vangeli apocrifi per descrivere l’esperienza di Cristo, senza però mai farne menzione. Si parte così dall’infanzia di Maria, passando per il momento dell’annunciazione in forma laica. La seconda parte, invece, segue la Passione di Gesù e include anche le figure dei ladroni che gli furono crocifissi accanto, attraverso cui si ripercorrono i Dieci Comandamenti.

La versione scelta è quella arrangiata dalla Premiata Forneria Marconi, in chiave progressive rock e pubblicata nel 2010. A portarla in scena è Gilberto Lamacchi, interprete e cantautore veronese, insieme a musicisti con cui collabora da tempo e un gruppo di 130 coristi diretti da Giancarlo Tortella, appartenenti a sette cori diversi del veronese. A completare la narrazione delle tracce dell’album, ci sono, infine, i disegni sulla sabbia realizzati in diretta da Sara Ferrari e le parti recitate da Giulia Cailotto, Andrea De Manincor e Sabrina Modenin.

È proprio questa lunga e precisa organizzazione e impegno a fare la differenza: voci e artisti diversi ma uniti dalla passione per Faber e dalla voglia di donare la propria arte per qualcosa di più grande. La comprensione e la pietas assumono in questo caso sfumature artistiche, a partire proprio dal cantautore genovese che, in tutta la sua carriera musicale e anche nella vita, non ha smesso mai di prestare attenzione agli “ultimi” e dare loro spazio attraverso le proprie canzoni, in cui narra sotto una nuova luce coloro che la società troppo spesso esclude e lascia indietro.

Anche in questa nuova e moderna processione, allora, ogni sosta assume la forma di un promemoria e di un insegnamento, soprattutto verso la compassione, la carità, la cura per il prossimo. La musica aiuta a comporre questi scenari necessari e la coralità enfatizza la spiritualità del momento, in cui risuonano le tragedie contemporanee. A fare eco durante l’esibizione, infatti, non sono solo le voci dei coristi, ma anche le ingiustizie che governano il mondo.

A sorpresa, infine, Lamacchi ha deciso di intonare altri due brani di De André, non appartenenti all’album della serata: Khorakané, tratto da Anime Salve, e Il Pescatore, pubblicato come 45 giri in Il pescatore/Marcia nuziale.

Gilberto Lamacchi dirige la serata con La Buona Novella
Gilberto Lamacchi canta La Buona Novella

Di poesia in brano: Non al denaro non all’amore né al cielo

La seconda serata è stata introdotta da Enrico de Angelis, giornalista veronese, il quale ha condotto il pubblico attraverso la scoperta dell’album Non al denaro non all’amore né al cielo, uscito nel 1971, e dell’adattamento da cui ha origine, ossia l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, tradotta da Fernanda Pivano negli anni ’40, sotto il vaglio di Cesare Pavese.

La raccolta di epigrammi è stata cantata da dieci voci femminili: Raffaella Benetti, Giuliana Bergamaschi, Claudia Bidoli, Grazia De Marchi, Laura Facci, Deborah Kooperman, Veronica Marchi, Terry Veronesi (il primo brano, Sulla Collina, cantato coralmente, mentre gli altri in solo). Ogni brano, inoltre, è stato introdotto dalle poesie originali lette e interpretate dalle attrici Sandra Ceriani e Margherita Sciarretta.

La descrizione di de Angelis mostra, in ogni composizione, come Faber non si sia limitato a una semplice riscrittura in musica (anche grazie agli arrangiamenti del giovanissimo Nicola Piovani) delle poesie a versi liberi, tutt’altro. Infatti, ogni testo è stato modificato: a volte tagliato, a volte reso più lungo, sempre secondo le intenzioni e il credo del cantautore.

Le difformità, dunque, hanno mostrato curiosità, aneddoti e interessanti racconti su uno dei lavori più amati del cantautore genovese, narrate con maestria dal giornalista.

Le voci femminili intonano La Collina
Le voci femminili intonano La Collina

Parole, emozioni e carità

Tante emozioni suscitate grazie all’artista cantato e alla poetica rintracciabile anche oggigiorno ma, soprattutto, grazie a chi mette anima e cuore nel dedicarsi all’altro, senza nulla in cambio. In entrambe le serate, il pubblico non ha risparmiato applausi a suon di “bis!” e lunghe ovazioni.

La voglia di sentire ancora e ancora quei brani non è stata saziata anche con due eventi di questo calibro che hanno creato un’atmosfera – complice anche la scenografia – in cui potersi immergersi totalmente, come promemoria che il bene esiste e con la speranza che un mondo migliore sia possibile.

La straordinarietà dei concerti risiede proprio nelle intenzioni con cui sono nati e a come sia Fabrizio De André sia, soprattutto, la Ronda della Carità sono stati in grado di smuovere un’intera comunità per realizzare due serate di punta che hanno aperto la stagione estiva di Verona.