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Alice nella Città. Il restauro di “Vito e gli altri”: la criminalità attraverso gli occhi dei bambini

Vito e gli altri

Giovedì 24 ottobre Alice nella Città ha presentato il restauro in 4k, realizzato da Cinecittà, di Vito e gli altri: l’opera prima del 1991 del regista Antonio Capuano. Il film, presentato all’VIII edizione della Settimana Internazionale della Critica di Venezia e premiato con il Nastro d’argento per il miglior regista esordiente, ora riceve anche il premio Alice nella Città.

Antonio Capuano è rinomato per aver dato via a una nuova onda del cinema partenopeo, che attraverso uno sguardo sensibile e genuino arriva al centro della scena nazionale e internazionale. Il suo amore per la città di Napoli, la veemente sincerità e lo stretto legame coi ragazzi, oltre ad essere presente nei suoi film, ha lasciato nel panorama cinematografico italiano un segno di riconoscibilità, tanto che Paolo Sorrentino in È stata la mano di Dio (selezionato per rappresentare l’Italia agli Oscar 2022 nella sezione del miglior film internazionale) mette il regista in dialogo con Fabietto, un ragazzo che vuole sfondare nel mondo del cinema e per farlo decide di partire per Roma.

A me piace lavorare coi bambini perché sono imprevedibili e anche quando gli dici di fare una scena in cui devono sedersi, loro mica si siedono: prima si guardano intorno, si girano e poi si siedono. Questo è essere attori. La genuinità e la semplicità che solo un bambino può darti”, ha affermato il regista durante la prima del restauro.

Vito e gli altri

Capuano ha indubbiamente cambiato il modo di fare il cinema e di raccontare Napoli, in Vito e gli altri porta sul grande schermo un fatto di cronaca che vede un ragazzo di 12 anni finire in carcere.

La storia ha inizio la notte di Capodanno, quando in tutta la città di Napoli i fuochi d’artificio rimbombano tra i palazzi e annebbiano le strade. La televisione è accesa e sovrasta i suoni esterni. Rosario, il padre di Vito, ha appena ucciso sua moglie e sua figlia. Punta poi la pistola su di lui. Ha solo dodici anni e riesce a convincere il padre a non ucciderlo. Da lì la sua vita cambierà per sempre, rimane da solo e va a vivere con gli zii. Lo zio è un venditore di fuochi d’artificio, la zia si prostituisce, mentre la cugina sotto gli occhi dell’intera famiglia subisce costanti abusi da parte del padre. Vito vive nella solitudine e cerca di contrastarla con l’unica arma che conosce: la violenza. Si unisce ad un gruppo di tempisti adolescenti ed entra nella spirale della criminalità con furti, scippi, spaccio e abuso di droga, rapine e prostituzione.

Come in Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino di Christiane F., la delinquenza viene raccontata attraverso gli occhi innocenti e ingenui di un gruppo di adolescenti. Vito passa, in vano, in centri ed istituiti rieducativi e per errore finisce in carcere. Lì sarà violentato e subirà continui soprusi dai suoi compagni di stanza. Questo segna la sua vita per sempre, tanto da portare la zia ad avviare una causa. Ma Vito non abbandona il suo status di criminale, anzi finisce nel tunnel della droga e arriva a eseguire un omicidio su commissione.

Vito e gli altri

Il restauro

Il restauro è stato eseguito nel 2021 nei laboratori di Cinecittà ed è stato realizzato in 4K dal negativo scena 35mm e da un positivo colonne ottiche 35mm mono. “Sul negativo scena sono stati eseguiti interventi per la rimozione di macchie, righe, spuntinature, problemi di flicker. In particolare, sono state ripristinate tutte le scene da negativo originale che erano state sostituite con inserti di Internegativi sottotitolati in italiano su dialetto napoletano stretto“, ha affermato una delle autrici del restauro di Cinecittà.

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