Francesca Romana Massaro e Francesco Antonio Mondini, nel decimo anno dalla morte di Franco Califano, omaggiano l’artista romano al Festival del Cinema di Roma 2024 con un documentario ricco di storia, proiettato nella rinomata cornice del Teatro Olimpico, ambiente noto inoltre per i suoi innumerevoli concerti.
Una chiacchierata con amici e figure dello spettacolo che hanno deciso di dedicare un pensiero ad un uomo dalla personalità eccentrica con un fascino da capogiro, capace di vendere più di venti milioni di album nel mondo. Formatosi nell’ambiente musicale romano, di cui viene considerato un pilastro, e con successivamente una riconoscenza che ha plasmato l’intero stivale. Non solo un cantante, ma anche sceneggiatore, produttore e autore per altri artisti. In molti lo ricorderanno per aver composto l’iconico brano “Minuetto” del 1973, interpretato da Mia Martini, poi arrangiato e inciso qualche anno più tardi anche dallo stesso autore.
La storia di Franco Califano viene descritta attraverso un viaggio notturno da parte di un fan (interpretato da Raffaele Vannoli), concentrato nell’ascolto dei ricordi del maestro trasmessi da Radio Radicale. Si trasmettono reminiscenze dall’infanzia con il contributo di Barbara Palombelli, amica storica, che fin dalla giovane età ammirava la bellezza del giovanissimo Califano. Cronache anche da parte di colleghi, diventati poi amici, come Claudia Gerini ed il suo ex compagno Filippo Zampaglione. Gli aneddoti più numerosi, professionali e privati, provengono da parte del suo arrangiatore Alberto Laurenti, il quale ha avuto modo di portare avanti la musica di Califano anche dopo la sua scomparsa, oltre a poter vantare di aver collaborato con personaggi del calibro di Biagio Antonacci, Renato Zero e Mina. Si narra di viaggi a folle velocità per raggiungere i locali in cui suonare, intendersi con solo lo sguardo e un legame affettivo che andava oltre il semplice rapporto di lavoro.
Gli apprezzamenti arrivano anche da artisti della scena rap e urban italiana: Noyz Narcos, Franco126 e Ketama126 si sono mostrati molto vicini alla musica di Califano, per quanto si differenzino sostanzialmente dal suo genere. Lo descrivono come un artista contemporaneo, che è riuscito a fare lo stesso breccia nelle generazioni che forse non hanno nemmeno avuto la fortuna di vederlo in opera. I suoi successi più noti come “Tutto il resto è noia” o “Io non piango” spesso riecheggiano nelle playlist dei più giovani. Ed è forse questa sua contemporaneità una peculiarità che gli permette, ancora oggi, di essere così apprezzato ed amato. La sua singolare attitudine alla vita, il suo famoso “cappuccino”, che di caffè e latte poco aveva, l’hanno reso immortale, a conferma dell’originale epitaffio inciso sulla lapide “Non escludo il ritorno”.
Solo un personaggio come Franco Califano poteva scherzare su queste cose.
Semplicemente Er Califfo