La seconda giornata di Più Libri Più Liberi 2024 è iniziata con l’entusiasmo di oltre ottomila studenti e studentesse, provenienti da tutta Italia e dall’estero, che ha segnato la riconferma della centralità del libro e della lettura per le nuove generazioni.
La mattinata è stata scandita da una varietà di eventi dedicati ai più giovani, culminati con il Premio Strega Ragazze e Ragazzi. Protagonisti della premiazione sono stati Matthew Grey Gubler, per il miglior libro d’esordio con Rample Buttercup; insieme a Jarvis (6+), a Maddalena Vaglio Tanet (8+) e Kelly Yang (11+). Un Auditorium gremito ha accolto con gioia i vincitori, trasformando i piccoli lettori nei veri protagonisti.
Interrogativi politici e culturali
Ma la giornata ha visto anche l’analisi di tematiche cruciali per il presente e il futuro della società. La politica e la storia sono state le linee conduttrici dei numerosi panel che si sono susseguiti. Maurizio Molinari ha cercato di rispondere agli interrogativi che riguardano l’Europa in mezzo a due fuochi, tra Putin e Trump. L’analisi, portata avanti insieme a Carlo Bonini, ha sottolineato la nuova complessità che si è creata in tutto lo scacchiere politico. Giorgia Meloni si scontra con Matteo Salvini e, mentre l’Italia deve ancora capire come muoversi, “il tempo corre molto in fretta di fronte a un presidente come Trump”.
Si cercano dunque risposte nel passato, recuperando magari vite di personaggi che, a loro modo, la storia l’hanno fatta, perché non è possibile sradicare un artista dal tempo a cui appartiene. Pier Paolo Pasolini è stato tante cose, viene sottolineato dai rappresentati del Movimento Operaio e Democratico (AAMOD), il quale ha scelto appositamente di dedicare alla sua figura di poliedrico intellettuale il primo volume dell’Archivio Audiovisivo. Un’arte diversa, che prevede il recupero dei materiali e, successivamente, la loro digitalizzazione, affinché siano fruibili da un pubblico più ampio. Viene sottolineato come l’animo sensibile di Pasolini sia stato messo in rilievo dalla figura di Carlo Di Carlo. Mentre il suo linguaggio e la sua narrazione del circostante sono frutto proprio di quell’identità che è stata in grado di percepire una società che stava cambiando, sempre più rivolta verso la modernizzazione.
Tuttavia, alcuni personaggi sono stati relegati a stereotipi costruiti a partire proprio da loro stessi e dalle immagini cinematografiche, divenuti nel tempo quasi caricature. Stefania Limiti, autrice di Quel che resta del caso Moro (Interlinea Edizioni), offre una riflessione sull’immagine di Aldo Moro, in particolare da Esterno Notte, film di Marco Bellocchio. La differenza tra rappresentazione biografica e fatti storici diviene motore di narrazione per chiarire uno degli eventi più cruciali della storia italiana contemporanea, fondamentale per comprendere anche il presente. È questo il legame necessario con la pratica storica, simile a quello con i libri, la misura di cui è fatto il tempo.
Il passato come punto di ripartenza per il futuro
La storia diviene misura ancora una volta, come una norma a cui rifarsi per un futuro diverso. Il Servizio Pubblico ha fatto dei suoi errori il principio per un’inclusione e una propensione all’ascolto delle identità troppo spesso mal rappresentate, come le persone nere. Ma per realizzare prospettive per una comunicazione più inclusiva c’è bisogno che le cose siano raccontate, altrimenti rimangono taciute e mai rivelate, così come c’è bisogno di empatia. Francesco Giorgino condanna proprio quelle pratiche che continuano ad affermare una de-socializzazione, perché inserite in un contesto alieno alla condizione umana. Una comunicazione di massa che fa dell’abuso di stereotipi la sua visione della realtà, con ipersemplificazioni e distorsioni del circostante.
In quest’ottica, le immagini si inseriscono come strumento di testimonianza e valorizzazione di quello che ci circonda. Nel panel Migranti: le nuove misure del mondo, l’AAMOD racconta l’esigenza di raccogliere video proprio per ristabilire una realtà effettiva. Il documento fotografico diventa monumento atto a rappresentanza di un’epoca.
La cultura è necessità
Brian Vanzo si assume le responsabilità del suo essereuomo, si fa pensiero in ascolto e in discussione. Infatti, autore del testo Verso il post-patriarcato. Conversazioni con un maschio qualunque, evidenzia la necessità di interrogarsi e capire, ascoltare e chiedere per individuare il fenomeno, per disinnescare. In dialogo con Lorenzo Gasparrini, viene sottolineato come debbano esserci tentativi di minimizzare la tossicità del maschile, come una necessità imprescindibile, affinché ne possano godere tutti. L’abitudine all’abbraccio, alla sessualità che non sia singola, ma condivisione di un luogo in cui nessun altro arriva, diventa motore di questo disinnesto.
Un’Esercizio di disobbedienza, direbbe Sarah Bernstein, che con il suo enigmatico testo vuole esprimere tutto attraverso i suoi personaggi, valutare i loro ruoli e le modalità di partecipazione alla storia. Viene lasciato al lettore quella curiosità interpretativa che fa parte dell’esperienza di lettura, per trovare anch’egli una motivazione al moto delle pagine.
La leggerezza calviniana assume nuove forme, dove la cifra stilistica è sottrarre peso alla parola stessa. Una disobbedienza letteraria, fatta di racconti dalla narrazione gradevole che mettono in rilievo, d’altra parte, la trasparenza dei discorsi stessi. Il dialogo immaginario tra Jorge Luis Borges e Italo Calvino, libro di Giuseppe Lagrasta, realizza un percorso dove la creatività diventa motore per un viaggio che va oltre il già noto e il non-noto. Un’amicizia esistenziale e intellettuale, dove l’uno abbraccia lo stile dell’altro e le sue profondità visionarie, fondendo immaginazione e filosofia in un’opera che invita a riflettere sulla natura stessa della creazione artistica.
Il rispecchiamento del lettore parte dalla compartecipazione emotiva della storia, ma è l’immaginazione a muovere i fili d’azione. Dunque, se è vero che “tutti gli adulti sono stati bambini una volta”, è bene ricordarsene ancora e ancora ogni giorno, attraverso l’esercizio della fantasia, dove i più piccoli rappresentano la misura della coscienza.