Venerdì 28 marzo, presso l’Aula Acquario della Facoltà di Economia, si è tenuto il Convegno “Sfide del XXI secolo: l’energia”, promosso dalla Fondazione Roma Sapienza. Il dibattito ha messo al centro dell’attenzione il tema dell’aumento della domanda energetica globale, spinto dalla crescita demografica ed economica, e sulla necessità, sempre più imponente, di una transizione energetica sostenibile.
Introdotto da Eugenio Gaudio, presidente della Fondazione Roma Sapienza, il primo panel della giornata è stato coordinato da Simonetta Gentile, componente, insieme al compianto Guido Alpa, recentemente scomparso, del comitato organizzativo del Convegno.
L’intervento di Livio De Santoli, professore ordinario della Sapienza, ha messo in evidenza la crescente fragilità dei mercati energetici mondiali, accentuata dalla geopolitica e dalla concorrenza tra fonti energetiche. La sicurezza energetica, in un contesto di instabilità globale, è diventata un tema centrale. La chiave per affrontare le criticità e le incertezze del settore risiede nella capacità di implementare sistemi più efficienti nell’utilizzo di dati e analisi solide e indipendenti.
Il 2023 ha segnato un punto di svolta per le energie rinnovabili. Con oltre 560 gigawatt di nuova capacità di energia pulita aggiunti globalmente, il tasso di crescita annuale delle rinnovabili è stato del 15%. Tuttavia, la distribuzione dell’energia pulita non è uniforme: la Cina, da sola, ha rappresentato il 60% di questa nuova capacità. Entro il 2030, la produzione solare fotovoltaica della Cina supererà la domanda totale di elettricità degli Stati Uniti. In Europa, il Green Deal sta spingendo i Paesi a perseguire obiettivi ambiziosi, ma molto rimane da fare per raggiungere gli standard prefissati.
Le tecnologie chiave per il futuro dell’energia includono l’aumento della capacità delle rinnovabili e lo sviluppo delle macchine elettriche. Nonostante la rapida crescita delle energie rinnovabili, il passaggio completo a un sistema energetico sostenibile richiede progressi anche in altri settori, tra cui la ricerca nucleare.
Pietro Barabaschi, direttore generale del progetto ITER (International Thermonuclear Experimental Reactor), ha sottolineato le opportunità offerte dal nucleare. Il progetto ITER, nato negli anni ’80 grazie alla collaborazione tra Gorbaciov e Reagan, coinvolge oggi numerosi Paesi, tra cui Cina, India e Giappone. ITER non è solo un’iniziativa scientifica ma offre anche programmi di alta formazione, come dottorati e master, contribuendo così alla crescita di una nuova generazione di esperti nucleari.
Jacopo Buongiorno del Center for Advanced Nuclear Energy Systems (CANES) ha presentato le potenzialità dei reattori nucleari. La fissione, processo che consente la produzione di energia ad alta densità, è ancora oggi una delle opzioni più promettenti, nonostante non esistano ancora fonti di energia completamente pulite. La differenza tra energia solare e nucleare risiede principalmente nell’intensità e nella densità energetica, con il nucleare che offre una produzione energetica maggiore rispetto ai combustibili fossili. Negli Stati Uniti, i progetti di reattori nucleari sono in fase di sviluppo, e la tempistica di realizzazione non sembra eccessivamente lunga.
In sintesi, mentre il mondo accelera verso un futuro basato su energie rinnovabili, la diversificazione delle fonti energetiche e l’adozione di nuove tecnologie, come il nucleare, si preannunciano come strumenti fondamentali per garantire un approvvigionamento energetico sicuro e sostenibile. La competizione tra le fonti energetiche e le scelte geopolitiche future determineranno l’orientamento della transizione energetica globale.
La transizione energetica, le tariffe del settore, il mercato dell’Unione Europea e il Rapporto Draghi sono stati alcuni dei temi dibattuti nel Convegno, a partire dal documento della Commissione europea A Competitiveness Strategy for Europe.
Articolo di Matilde Trippanera e Alessandro Romagnoli