Intervista a Giorgio Manzi, paleoantropologo della Sapienza (realizzata da Francesca Lena e Simona Sabiu)
Corpo tarchiato, statura non elevata, fronte sporgente e cranio allungato posteriormente. Capelli, barba, baffi e un naso molto grande, forse dovuto all’adattamento all’ultima glaciazione. Questa è la ricostruzione iperrealistica dell’Uomo di Altamura, uno dei più antichi Neanderthal scoperti finora, realizzata dai due paleo-artisti olandesi Adrie e Alfons Kennis, fra i più qualificati al mondo in ricostruzioni paleoantropologiche.
La realizzazione del modello che riproduce l’Uomo di Altamura è stata effettuata attraverso una campagna scientifica nella grotta di Lamalunga, nella Murgia pugliese, dove lo scheletro è ancora incastonato nella roccia. Le ossa, furono ritrovate nel 1993 durante un’esplorazione speleologica e la datazione risale a circa 150.000 anni fa. Per ricostruire virtualmente le sembianze del nostro antenato, i due paleo-artisti sono partiti dai dati della scansione laser e del DNA, una tecnica non invasiva che ha permesso di non spostarne i resti.
Le ricerche sono state condotte da un’équipe guidata dal paleoantropologo della Sapienza di Roma, Giorgio Manzi. “Era da più di vent’anni che aspettavamo di vedere in tre dimensioni questo reperto – ha dichiarato il professor Manzi – poi abbiamo ottenuto la stampa 3D e ci siamo rivolti ai due migliori paleoartisti al mondo, che hanno dato un’interpretazione artistica del tutto, ottenendo quasi una persona viva in silicone”. La scelta è infatti ricaduta sui due fratelli olandesi per la loro capacità di combinare dati scientifici con quello che percepiscono dai resti scheletrici, come se ricevessero qualche messaggio dalle ossa antiche e trasferissero tutto in un’espressione, in una posa o in un atteggiamento.
Il progetto di ricostruzione, intrapreso dal Comune di Altamura e gestito in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Puglia, rappresenta una “anteprima della Rete museale Uomo di Altamura, di prossima inaugurazione” ha annunciato il sindaco Giacinto Forte. L’Uomo di Altamura è stato presentato in anteprima mondiale, alla stampa nazionale e internazionale, lo scorso 26 aprile e ha catturato fin da subito l’attenzione della popolazione di Altamura, ma anche del pubblico italiano e internazionale. “Questo diventerà qualcosa di estremamente popolare con ricadute a livello di turismo per la terra dell’Altamurgia” ha dichiarato Giorgio Manzi.
Quel che è certo è che finora sono stati mossi solo i primi passi e che c’è ancora tanto da fare e da scoprire. Per continuare a studiare a fondo i resti incastonati a metri di profondità, saranno necessarie altre tecniche di acquisizione della morfologia di questo reperto e di acquisizione del DNA, e dunque tante risorse economiche. “Abbiamo progetti complessi e articolati e speriamo di poterli sviluppare nel prossimo futuro, – ha concluso il professor Manzi – lo scheletro sta ancora lì sotto per comunicare alla comunità scientifica quello che per il momento abbiamo solo iniziato ad assaggiare”.
Simona Sabiu
(* immagine di Michael (a.k.a. moik) McCullough)