Che programmi avete per l’8 marzo? Mimose, cioccolatini, tacchi e spogliarellisti. Un mix di ingredienti spumeggianti per celebrare al meglio la “festa della donna” in cui quest’ultima può concedersi di passare la serata a cena con le sue amiche per poi concludere il tutto in una delle infinite discoteche a urlare con un drink in mano “Pasito a pasito, suave suavecito. Nos vamos pegando, poquito a poquito”.
Ma siamo sicuri che sia questo il reale significato di questa “festa”?
Facciamo un passo indietro nel tempo e spolveriamo il vero motivo del Women’s Day. La Giornata internazionale della donna (comunemente definita Festa della donna) ricorre l’8 marzo di ogni anno per ricordare sia le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, sia le discriminazioni e le violenze cui sono state oggetto e sono ancora, in tutte le parti del mondo. Questa celebrazione si tiene negli Stati Uniti a partire dal 1909 e in alcuni paesi europei dal 1911, in Italia dal 1922.
Nel «Woman’s Day», il giorno della donna, si discusse dello sfruttamento dei datori di lavoro ai danni delle operaie relativi al basso salario e riguardo l’orario di lavoro, le discriminazioni sessuali e il diritto di voto alle donne. Negli Stati Uniti la prima e ufficiale “giornata della donna” fu celebrata il 23 febbraio 1909 e verso la fine dell’anno si vide a New York iniziare un grande sciopero di ventimila camiciaie, che durò fino al 15 febbraio 1910. Le celebrazioni, però, furono interrotte negli anni seguenti allo scoppio della prima guerra mondiale e ciò contribuì alla perdita della memoria storica delle reali origini della manifestazione. Così, nel secondo dopoguerra, cominciarono a circolare fantasiose versioni, secondo le quali l’8 marzo avrebbe ricordato la morte di centinaia di operaie nel rogo di una inesistente fabbrica di camicie “Cotton” o “Cottons” avvenuto nel 1908 a New York, facendo probabilmente confusione con una tragedia realmente accaduta nella grande mela il 25 marzo 1911 (ovvero l’incendio della fabbrica Triangle dove morirono 146 lavoratori di cui 123 donne e 23 uomini).
Ma la mimosa in tutto questo cosa c’entra?
Il simbolo del fiore giallo appare, per la prima volta, nella celebrazione italiana della festa della donna dell’8 marzo 1946, e fu scelto proprio perché la sua fioritura coincide con i primi del mese.
Negli anni molte cose sono cambiate: l’8 marzo, come detto in precedenza, viene visto da molte generazioni come una festa meramente commerciale, in cui la donna viene riempita di mimose, cioccolatini e regali. Vengono organizzate cene, party e serate a tema, con annessi ballerini che vengono “fomentati” dalla folla.
Ma quest’anno non tutti festeggeranno in questo modo: l’8 marzo in 40 paesi del mondo ci sarà un sciopero generale che vede donne in marcia manifestare per la dignità della Donna. Una manifestazione che vede, come nel 1909, un corteo per la dignità personale, l’uguaglianza del salario in ambito lavorativo e soprattutto un urlo forte, a gran voce, contro la violenza sessuale. Diversi modi di esprimere il dissenso, un unico obiettivo. C’è chi farà sciopero a lavoro, chi manifesterà in piazza con striscioni e flash mob, chi farà assemblee, conferenze, tutte unite nel mondo per far capire che:
L’8 marzo non solo mimose. Ma rispetto!
Doriana Castellitto