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Stazione Roma Nomentana come un’opera d’arte: “Arte e città a colori” nel racconto dei protagonisti

Foto di Luca Bartolucci

Dopo gli atti vandalici che hanno provvisoriamente interrotto i lavori, NSA ci riprova. A due anni dall’inizio dei lavori presso la stazione Settebagni riparte il progetto “Arte in stazione e città a colori“, patrocinato dal Terzo Municipio. L’idea di fondo è semplice: riqualificare 120 stazioni ferroviarie di Roma e Provincia tramite l’opera volontaria e gratuita di un numeroso gruppo di Street Artist. Si ricomincia dalla stazione Nomentana, zona Roma Nord. Radio Sapienza ha parlato con alcuni dei protagonisti di questo ambizioso progetto di riqualificazione urbana, nato dall’iniziativa del Nucleo di Sicurezza Ambientale (NSA) col benestare di Ferrovie dello Stato, proprietaria delle stazioni.

La Stazione Nomentana è posta tra il quartiere Africano e il quartiere Monte Sacro, collegati tra loro da un sottopasso pedonale. Il lungo corridoio è un luogo di passaggio solitamente buio e isolato, impiegato perlopiù per raggiungere i due quartieri dopo essere scesi dai vagoni del treno. Le pareti, costantemente imbrattate da scritte sui muri, contribuiscono a dare un’idea di abbandono, di trascuratezza, di periferia. Ultimamente, però, passeggiando nei dintorni della fermata ferroviaria si respira un’aria diversa rispetto al solito. Scendendo le scale che danno al sottopassaggio, ci siamo imbattuti in alcuni artisti impegnati a lavorare per ridipingere i muri: Moby Dick, Lac68, Noa e Giusy Guerrieri erano assorti nelle proprie opere e,in un primo momento, eravamo restii a disturbarli. Immediatamente, invece, si sono rivelati molto disposti a interagire e raccontarsi. Ognuno con la propria personalità, ognuno con il proprio stile. Così abbiamo cominciato a capire il progetto e quanto questi artisti siano coinvolti. Moby Dick, ad esempio, ci racconta di essere impegnato da anni nella lotta animalista e nella difesa dell’ambiente. Non è un caso che siano proprio le sue opere ad occupare quella zona di muro: scopriamo, infatti, che il tema di quello spazio è proprio la natura. Insieme a lui, Noa, un altro artista, sta curando i particolari della propria opera: un serpente che avvolge un tronco d’albero e sullo sfondo un panorama tropicale. Ci spiega pazientemente come usare la bomboletta per curare i particolari della lingua dell’animale, poi passa alle squame sul corpo. Di mestiere fa il tatuatore perché di sola arte, purtroppo, non si vive. Giusy invece è una pittrice, poco abituata a lavorare sui muri. Non sembra. Lavora a due volti, un uomo e una donna rivolti l’uno verso l’altro in un candido abbraccio. L’espressione dei profili è tenera, gli occhi socchiusi.

Poi incontriamo Francesco Galvano, curatore e anima di questo progetto. Ci accorgiamo subito di quanto quest’uomo sia il cuore pulsante dell’iniziativa: ci sorride e non vede l’ora di raccontarci tutto. Ci spiega brevemente e con fierezza com’è nato: dai primi passi compiuti alla stazione Settebagni fino ad ora sono state riqualificate 7 stazioni. Un lavoro dalle moltissime implicazioni e risvolti: dalla riqualificazione urbana, all’opportunità di visibilità per i Writer che hanno la possibilità di crearsi un circuito di conoscenze per aumentare le loro possibilità di esprimersi. Tiene molto a definirsi un privato cittadino pieno di spirito di iniziativa: tra le finalità di quest’opera c’è quella di coinvolgere le persone nell’impegno sociale. I romani possono cambiare la propria città e possono farlo dal basso. È un grande esempio di perseveranza: “Dove ha trovato il coraggio, dopo gli atti vandalici, di ricominciare?” gli abbiamo chiesto. “Spero di mandare un segnale di bellezza. Non può vincere chi deturpa la bellezza di un’opera d’arte. Se dovessero rovinare di nuovo i muri avremo il coraggio di ricominciare”. Galvano non ha intenzione di ingaggiare una battaglia contro il vandalismo e rivolge un importante appello a chiunque volesse fare esperienza di graffitismo: è amministratore di due pagine Facebook di risonanza mondiale “Graffiti Express Page” e “Graffiti Express Group” sulla quale chiunque ha l’opportunità di proporsi, tramite un messaggio privato, per entrare nel circuito della Street Art.

Ciò che colpisce mentre siamo alla stazione è il modo in cui molti passanti, che in altre circostanze avrebbero tirato dritto, si fermano a guardare le opere, lasciando offerte, facendo foto, complimentandosi con i ragazzi che dipingono. Tutto questo è prova che la riqualificazione sia cominciata prima ancora che le opere siano giunte a compimento: ci sono ancora ampi spazi di muro scoperti ma i residenti sono già fieri di avere nel proprio quartiere un museo a cielo aperto. È il segnale che può essere il punto di partenza per una riqualificazione di tutte le zone periferiche romane, coinvolgendo l’arte e promuovendo la partecipazione attiva del cittadino nella vita sociale della città.

      Intervista a franco Galvano

testo di Simone Di Gregorio

foto di Luca Bartolucci