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Accesso alla salute trans: tra barriere strutturali e minority stress

Martedì 23 Aprile presso la sede di Villa Mirafiori della Sapienza si è tenuto il quarto incontro del ciclo di seminari organizzato da dottorande e dottorandi del Dipartimento di Filosofia dal titolo “Che genere di violenza? Sguardi critici sulla cultura patriarcale” per discutere di violenza di genere in tutte le sue forme.

La sede della Facoltà di Filosofia in Villa Mirafiori dove si è tenuto l’incontro

Nel corso dell’ultimo incontro le tematiche si sono incentrate sulle difficoltà di accesso alla salute delle persone trans e sul contrasto alle forme di discriminazione oggi diffuse: ad intervenire, Matteo Marconi, ricercatore dell’Istituto Superiore di Sanità, e Fau Rosati, ricercatore della facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza.

Il problema dell’accesso alle cure

“L’accesso alle cure è fortemente soggetto a violazione di genere e patologizzazione” ha spiegato la dottoranda Bianca Monteleone, moderatrice dell’incontro, “per accedere ai percorsi, infatti, è sempre necessaria una diagnosi di disforia di genere”.

Il problema, in questi casi, è che solo il 6% dei medici ha una formazione su determinati argomenti, nonostante il 70% affermi di voler accedere ad una maggiore formazione: è per questo motivo che in Italia è stata attuata dal Dipartimento delle Pari Opportunità e da UNAR una strategia nazionale per i diritti LGBTQIA+ con specifici obiettivi da perseguire.

Dati raccolti dall’Istituto Superiore di Sanità

Solamente negli ultimi anni l’ISTAT ha iniziato a raccogliere dati sulla salute delle persone transgender, relativi diversi ambiti di vita che influiscono sulla salute psicofisica di un individuo: è risultato, ad esempio, che le persone trans fanno meno attività fisica, sono più predisposti al tabagismo e all’alcolismo (indice di un peggiore stile di vita dovuta a maggiore frustrazione e minore benessere psicologico) e molti di loro non effettuano regolarmente gli screening per la prevenzione ai tumori o alle malattie sessualmente trasmissibili, per via delle forti discriminazioni a cui sono esposti durante le visite mediche.

I servizi attivi

Come però, ha giustamente spiegato il dottor Marconi, “il problema di questi studi è il grande bias a cui sono esposti: si raggiunge sempre un numero molto basso di utenti”: è per tale motivo che sono stati introdotti servizi di assistenza, anche online, come infotrans e 6 come sei.

L’evento ha visto una grande partecipazione di studenti

Infotrans.it è il portale istituzionale dedicato al benessere e alla salute delle persone transgender e si occupa, oltre che di fare informazione sull’argomento, di aiutare le persone transgender a trovare con maggiore facilità i servizi a loro dedicati.
6 come sei è invece un servizio di consulenza della Sapienza che offre uno spazio di supporto psicologico rivolto ad adolescenti, coppie e famiglie che si trovano ad affrontare tematiche inerenti gli orientamenti sessuali e/o le identità di genere.

Insomma, un ciclo di seminari altamente formativo che punta a sensibilizzare non solo chi queste discriminazioni le vive ogni giorno ma anche chi vorrebbe ricevere una maggiore formazione sul tema: ne parliamo nell’intervista che segue con le ricercatrici Martina Barnaba e Bianca Monteleone.

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